Florian
Kronbichler


Fine di merenda

Mi verrebbe ad esclamare: Benvenuti nel club dell’opposizione! Ma ovviamente non vengono o vengono solo per dispetto, quindi, vuol essere una dimostrazione di forza, ove forza non c’è. La SVP all’improvviso, visti i soldi della legge di stabilità che non ci sono, scopre la sua anima oppositrice. Minaccia di votare contro.
Che lo faccia! Ma chi crede che se ne impressioni. È troppo larga la maggioranza delle intese (altrettanto larghe) per farsi condizionare dai tre-quattro voti della compagine SVP. Il suo annunciato cambio di rotta non appare solo ininfluente sulla politica del governo, è pure ridicolo oltre che penoso. È penoso di fronte ai toni trionfalisti con cui i governatori uscente e in fieri nonché lo stato maggiore del partito appena venerdì scorso sono tornati dall’invito a merenda al Quirinale. Era tutto un incanto con papà Napolitano.
Che la SVP si fosse accorta che una cosa sono le cortesie di circostanza, un’altra la politica reale? Sarebbe la presa d’atto del fallimento di un modo di far politica che chiamo politica delle merende. Fanno con i ministri, i capi di governo e di Stato così come con i turisti. Li invitano, scodinzolano davanti a loro, gli conferiscono onorificenze, gli passano foglietti con liste della spesa illudendosi che pure l’ospite di turno scambi gesti di cortesia o di gratitudine per concessioni politiche. Hanno ridotto la politica a trattativa privata oltre che segreta, insomma da club, sostituendo le sedi istituzionali con le Stuben da Törggelen.
Ora la SVP scopre che né i membri del Governo né il Presidente della Repubblica stanno al gioco e fa l’offesa. Meglio che torni ad una politica seria, pubblica, trasparente.

Florian Kronbichler

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