Ecco la nostra legge elettorale.
Oggi abbiamo iniziato in Commissione Affari costituzionale di occuparci della riforma elettorale, insomma, del superamento del famigerato “Porcellum”. Sarà la legge più attesa, più stringente, più decisiva della legislatura. Da essa dipende la durata della legislatura in corso e la composizione delle assemblee parlamentari del futuro.
Sono non meno di una dozzina le proposte di legge elettorale depositate alla Camera. Non c’è un partito che non abbia presentato la sua. Persino io ce ne ho una. L’abbiamo presentata in estate in una conferenza stampa, il deputato PD trentino Michele Nicoletti come primo firmatario, la ex-presidente del PD Rosy Bindi e io stesso. È una proposta il meno esigente, ma solida, atta a raccogliere il maggior consenso possibile fra le diverse forze.
E di fatti: Già in autunno il “Sole24ore” ha iniziato a parlarne. In questi giorni poi, la proposta Nicoletti-Bindi-Kronbichler è tornata a tener banco su tutti i grandi quotidiani nazionali. Se ne sono occupati il Corriere della Sera, La Stampa, Il Messaggero, Il foglio. Tutti in modo sorprendentemente possibilista.
Ammetto che mi fa un certo effetto, veder apparire il mio nome sulla grande stampa, e in più con un argomento così importante. Non è merito mio, però. Il grosso del lavoro ha fatto il collega Nicoletti. Il mio contributo, caso mai, è stato quello di averlo sostenuto e – se è un merito – di essermi sbattuto dei tentennamenti del mio gruppo e di aver coraggiosamente cofirmato la proposta.
E che cosa proponiamo: Leggete qui sotto la relazione accompagnatrice così come l’abbiamo presentata alla conferenza stampa.
Questa proposta intende correggere l’attuale disciplina in cinque punti decisivi:
– 1. introduce il requisito del superamento della soglia al 40% per accedere al premio di maggioranza (per evitare gli effetti di distorsione della proporzione voti raccolti/seggi attribuiti denunciati, tra gli altri, dalla Corte Costituzionale e dal Presidente della Repubblica);
– 2. introduce il doppio turno di coalizione per garantire che il voto degli elettori possa comunque produrre una maggioranza solida in Parlamento (il cittadino come detentore del potere di indirizzo politico)
– 3. introduce omogeneità tra Camera e Senato per evitare maggioranze difformi (in attesa che venga tolto il potere di fiducia al Senato)
– 4. introduce il voto di preferenza (con doppia preferenza di genere) (per difendere il diritto di scelta del proprio rappresentante da parte del cittadino)
– 5. dimensiona le circoscrizioni elettorali su base provinciale (quindi con liste corte di 5-6 deputati) (per evitare spese elettorali spropositate e consentire un rapporto effettivo tra elettori ed eletti)In attesa di più impegnative riforme istituzionali, questa riforma consente di rispondere alla pressante domanda di un cambiamento che ci giunge dall’opinione pubblica razionalizzando e dunque rafforzando l’attuale forma di governo.
Con questa proposta, infatti:
– viene mantenuta la possibilità per ciascuna forza politica di presentarsi agli elettori con la propria identità e la propria proposta politica;
– – viene incentivata la formazione di coalizioni per evitare la frammentazione e per formare maggioranze capaci di governare;
– – viene rafforzata la dinamica di una matura democrazia dell’alternanza in cui gli elettori hanno la possibilità di scegliere e di dare mandato di governare a proposte che si presentano in modo alternativo, ricorrendo, in caso di non superamento della soglia del 40%, al voto di ballottaggio;
– – viene confermata la forma di governo parlamentare, accompagnata però da un consolidamento del potere di indirizzo politico nelle mani dei cittadini che, con il loro voto, danno vita a una maggioranza parlamentare guidata da un capo della coalizione chiaramente indicato prima delle elezioni.
– Si rafforza così la dinamica di indiretta investitura popolare dell’esecutivo e al tempo stesso si mantiene intatta quella indispensabile funzione arbitrale del Presidente della Repubblica che si è dimostrata di vitale importanza nella gestione delle crisi politiche e non solo.
Florian Kronbichler