Florian
Kronbichler


Giornata della Memoria

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Cara Presidente, care colleghe, cari colleghi,

a rischio di passare per provinciale, io oggi, in occasione della giornata, credo e spero, giornata mondiale della memoria, parlerò di un personaggio molto provinciale, però che ha una storia, una storia e un messaggio, non stento a pronunciarlo: universali.

È la storia di un mio compaesano che di questi giorni, assieme a sua moglie Anna, festeggia i 90 anni della sua nascita. Per esattezza, entrano nel loro 90esimo anno di vita, che speriamo che possano ancora compiere. È una storia di resistenza antinazista, di persecuzione (anche e soprattutto da propri compaesani, per la stragrande maggioranza nazisti), di una eroica autoconsegna ai boia nazisti per evitare ritorsioni sui famigliari, di internazione al lager di Concentramento di Dachau, della sua miracolosa sopravvivenza a miserie e torture e infine del suo libro-memorie dal titolo: “Unvergessen – Dimenticare mai”. “Perdonare sì, ma dimenticare mai” è rimasto il motto di vita Franz Thaler, questo il nome.

Sono fiero di portar, in questa occasione, alla memoria del Parlamento italiano la testimonianza di Franz Thaler. Fiero non perché Franz Thaler fosse rappresentativo del popolo sudtirolese di quel funesto periodo, ma all’incontrario: perché ne rappresenta l’eccezione, l’esigua eccezione.

Noi sudtirolesi abbiamo tanto bisogno della lezione di quel piccolo uomo in costume sarentinese. Tanto, perché di memoria eravamo molto corti, e dell’dimenticare abbiamo fatto la nostra virtù. Non siamo stati solo vittime, quali volentieri ci esibiamo, ma pure rei attivi. La nostra rielaborazione del passato fascista-nazista fu per gran parte la rimozione. Nella mia Terra, provincia di Bolzano, tuttora coltiviamo una rara doppiezza di coscienza storica: Chi era nazista, rivendica di esserlo stato in quanto antifascista, e chi era fascista lo vuol essere stato in nome dell’italianità, quindi dell’antinazismo.

“Non rimestare il passato!” è stata per mezzo secolo la parola d’ordine del nostro grande governatore Silvius Magnago. Di fatti, il passato di quel periodo non è per niente onorevole. E il piccolo grande Franz Thaler, uno di 17 fratelli di una povera famiglia di lavoratori agricoli della Val Sarentino, ne è testimone.

Anno 1939: Hitler e Mussolini risolvono la “questione sudtirolese” con l’accordo sulle “opzioni”: oltre l’80 percento della popolazione tedesca e ladina “optano” per lasciare la propria Heimat e di espatriare nel “Reich” tedesco. L’esigua minoranza del poco più del 10 percento si decide per “restare”. La famiglia del giovane Thaler è fra questi.

Osteggiato e perseguitato fino alla fine della guerra dai propri compaesani, diffamato per “taliano”, espulso dalla scuola del paese, lasciato solo anche dal proprio Stato. Pur essendo cittadino italiano, al Franz viene l’ordine di precetto in un reggimento di polizia della Wehrmacht. Ma Franz, ragazzo sveglio e pastore ancora minorenne a quell’epoca, si sottrae all’arruolamento e si rifugia nelle montagne della sua Valle. I miliziani nazisti minacciano ritorsioni sui familiariIl pastorello si consegna e finisce a Dachau, in attesa di esecuzione.

Il 29 aprile 1945, gli americani liberano il campo di concentrazione di Dachau.
Tornato a casa, il sopravvissuto Thaler ha dovuto fare l’esperienza di cosa volgia dire “ricordare” in una società che della smemoratezza ha fatto il suo segreto di successo. Isolato e deriso, evitato dal paese, ma compensato da una bella famiglia con quattro figlie, il ricamatore di piumo d’oca ha inziato a scrivere le sue memorie: il suo “dimenticare mai”, appunto, uscito in una piccola casa editrice locale nel 1990.

Fu la sana spina nella pella grossa ed insensibile della società neo-ricca e smemorata sudtirolese. Fu il personaggio mite, umile, nonviolento, gandhiano, ad aver avuto, alla lunga, la meglio sulla maggioranza diffidente e, a volte, apertamente offensiva. È dovuta venire dall’estero e di nuovo da una esigua minoranza d’opposizione interna la riabilitazione di Franz Thaler. Oggi, la società sudtirolese si può ritener fortunata di avere trovato nell’uomo del “dimenticare mai” un contraltare al collaborazionismo nazista sudtirolese.

Un buon compleanno, caro Franz e cara Anna!

Florian Kronbichler

Discutere, commentare

L’intervento in Parlamento – 27 gennaio 2014

Video: video.reppublica.it
Foto: Christjan Ladurner


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