Vogliono tutto
Il dibattito sulla legge elettorale (di fronte alla quale il bistrattato “Porcellum” è e stata una perla) si avvia in seduta notturna e mi è capitato di dover dar ragione alla mia compatriotta Biancofiore. Non mi era ancora successo. Ma questa legge elettorale, se è un attentato alla democrazia nella sua generalità, lo è doppiamente riguardo al Sudtirolo. In nome – meglio con la scusa – della tutela della minoranza linguistica con essa si tutela un partito della minoranza linguistica – sfacciatamente!
Orchestrata dal neosottosegretario nonché santo protettore della SVP Gianclaudio Bressa, la legge garantisce al tandem governativo SVP-PD il mantenimento dello status quo, ovvero la spartizione dei seggi parlamentari fra di loro. Con il sistema maggioritario disegnatole a sua misura, la SVP non solo fa il pieno, si risparmia qualsiasi campagna elettorale, spese e inevitabili rivalità fra candidati compresi. Nei suoi tre collegi elettorali blindati, l’ex-partito di raccolta si può permettere di candidare anche un bastone di scopa, e sarà eletto. Il partito continua ad assicurasi per legge il suo monopolio nelle istituzioni che nella società non ce l’ha più.
Testualmente ho detto in Aula: “Nella mia regione, fra gli oltranzisti etnici corre il grido di battaglia: “Südtirol ist nicht Italien” ( Il Sudtirolo non è Italia). A giudicare dalla legge elettorale, che il Parlamento si accinge ad approvare, lo slogan propagandistico si sta avverando. Va bene la nostra specialità autonomistica, ma guardiamoci dal farne ogni abuso meschino a fini esclusivamente partitici.
Florian Kronbichler