Una piccola confessione
Nel mio libro su fotografie di Flavio Faganello si trova un saggio sulla mia avversione al viaggiare. “Io non viaggio”, sostengo lì, aggiungendo, quindi relativizzando la presuntuosa affermazione con l’inciso: “eccetto che ho da fare”.
L’avevo scritto prima che entrassi in politica. Nel frattempo, purtroppo, “ho da fare”, faccio il pendolare, su e giù fra Bolzano e Roma, ogni settimana e il buon proposito di star sereno a casa, “perché tutto viene anche qui, basta saperlo aspettare” (così avevo scritto), è rimasto brutalmente tradito.
Questa e la scorsa settimana con la legge elettorale sono state particolarmente intense, non ce l’avevo neanche fatta a tornare a casa per il fine-settimana, così oggi, dopo due sedute notturne di fila, mia moglie Rosmarie mi manda una foto con il mandarlo nel nostro giardino – in fiori! “Torna presto!” mi scrive.
Non esagero dicendo che ho preso uno spavento. Perché il caro invito di Rosmarie era l’allusione ad un altro passaggio in quel mio saggio sul non-viaggiare. Avevo scritto lì: “Se nel mio giardino fiorisce il mandorlo, io disdico ogni appuntamento. Dico, il mandorlo è in fiori, non posso.”
Fu stamattina. Ero in Aula della Camera. Ho atteso le ultime votazioni, ho preso su e ora sono in treno. Verso il mandorlo, perché con questa primavera precoce, chissà se sabato sarà già sfiorito.
Florian Kronbichler