Florian
Kronbichler


Da Human a Humor Factor

Dopo la maratona della tre giorni di Humor Factor di Sel, ora mi trovo in treno di ritorno da Milano a Roma e sono: di buon umore. Sì, sereno, soddisfatto e fiducioso. È andata bene oltre ogni previsione, non solo mia ma persino di chi dell’ottimismo ha fatto la sua professione. 1.800 partecipanti registrati, poco meno di 50 “tavoli” tematici che più che tavoli erano assemblee (con il dubbio pregio che non si sentiva e di conseguenza non si capiva niente), e oggi interventi del fior fior della sinistra italiana: dal leader Fiom Landini al Cuperlo anti-Renzi, dall’enfant terribile PD Pipo Civati alla Grande dame Luciana Castellina, dalla vicepresidente del Parlamento europeo Ulrike Lunacek (verde austriaca) al economista dissidente PD Stefano Fassina; poi i sindaci Sel Pisapia di Milano, Zedda di Cagliari e (la più applaudita in assoluto) Paola Natalicchio di Molfetta. Insomma fu un fuoco d’artificio retorico e non solo con gran botto finale di Nichi Vendola.
Confesso che sono arrivato all’appuntamento piuttosto disincantato, per non dire depresso. Più per spirito di dovere che convintamente avevo organizzato l’intervento della vicepresidente europea Lunacek e accettato di coordinare il tavolo sul TTIP (il trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti, insomma la svendita dei resti di autonomia economica europea alle multinazionali).
E ora vado via quasi euforizzato. Mi sono reso conto che c’è ancora grande bisogno di politica di sinistra ed ecologica, che impegnarsi è vitale e può anche far piacere. Ho realizzato che Sel (nel senso di movimento) non è sola, come primo, per secondo, che l’impegno politico di noi di Sel primo: non si deve limitare ad un impegno italiano, ma deve avere come orizzonte come minimo l’Europa (e lo dico io, sudtirolese!), e terzo: che ci sarà un impegno politico oltre e dopo Sel.
Ancora sono troppo fresche, troppo eccitanti le impressioni per poter darne un sobrio resoconto. Ne racconteranno i telegiornali e domani i quotidiani. Sono però certo che già da domani il clima entro il nostro gruppo al parlamento sarà cambiato: più fiducioso. Il morale sarà un altro. Per osare un gioco di parole. Il “human factor”, titolo per me strambo della convention, di sicuro ha influito molto sul “humor factor” delle compagne e dei compagni. Tutti e tutte se ne sono andati con facce più radiose di quali non portavano all’entrata.
E per quanto al “contorno”: Io e mia moglie Rosmarie ci siamo regalati, ieri sera al Teatro della Scala, il magnifico Quinto concerto per pianoforte di Beethoven (più 2 opere sinfoniche di Béla Bartok e di Richard Strauß). E come se non bastasse, tornando verso mezzanotte in Hotel in zona Bicocca, non abbiamo resistito a fare un salto al Leoncavallo, centro sociale più noto d’Italia. Dalla Scala al Leoncavallo, da Beethoven al rock – se non vi pare da larghe intese questo?

Ulrike Lunacek, verde austriaca e vicepresidente del Parlamento Europeo, saluta in italiano e relaziona in inglese.

Florian Kronbichler

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