Florian
Kronbichler


Di bandiera e di fatto

Abbiamo iniziato a votare il nuovo presidente della Repubblica. Come gruppo SEL abbiamo deciso – all’unanimità e dopo aver chiesto garanzie al Partito democratico – di sostenere compatti il voto a Sergio Mattarella a partire dal 4° turno. Prima, essendo pervenuta da parte di Romano Prodi la dichiarazione di indisponibilità a qualsiasi sua candidatura, daremo voto (di bandiera) a Luciana Castellina, grande dame della Sinistra italiana.
Sono molto contento delle scelte del gruppo e mi ci atterrò.
Su votare Prodi avrei avuto forti perplessità. Primo: non ce l’avrebbe fatta mai. E a mandarlo a perdere non me la sarei sentito io e non se lo sarebbe meritato lui. Sarebbe stato, il mio, un non-voto per rispetto. Ha già dato e poi: non vi sarebbe sembrata una scelta ormai troppo fuori dai tempi. È un debole della sinistra (radicale, in speciale) voler cercare la propria fortuna guardando indietro invece che in avanti.
Su Mattarella invece nessuna titubanza, dal momento che Renzi l’aveva imposto al suo partito resistendo alle pressioni di Berlusconi. La scelta del candidato presidente Sergio Mattarella segna da parte del PD nientemeno che la messa a rischio, se non l’esplicita disdetta del famigerato “Patto del Nazareno”. Renzi, fra l’unità del suo PD e l’accordo sottobanco con Berluscono, ha optato per il primo. Lo considero una buona notizia.
Sul personaggio poi, Sergio Mattarella presidente della Repubblica, nulla da eccepire. È il meglio che la fauna politica italiana abbia da fornire. Persona sobria, colta, corretta, democraticamente equilibrata, dotata della necessaria forza conflittuale – la sua biografia costituisce l’ideale identikit di un presidente della Repubblica. L’avrei votato sin dal primo turno. Le regole del gioco sono sì che dobbiamo far squadra e non andare per capricci.

Florian Kronbichler

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