Florian
Kronbichler


L’incanto di Alex

 

All’inaugurazione della scuola Langer a Firmian di Bolzano siamo diventati tutti langeriani. Con vedova Valeria sanamente dissacrante.

Il Sudtirolo 20 anni dopo Langer? Che sia il caso di datare alla triste ricorrenza l’inizio di una nuova era? È lunedì, 23 marzo, e siamo a Firmian, quartiere nuovo di Bolzano, sulla piazzetta fra chiesa, scuola e sala multifunzionale. Il panorama non è proprio idilliaco. E l’aspetto assume qualcosa di bizzarro per chi sa che quell’agglomerato di asfalto, cemento, vetro ed acciaio con quei palazzoni condominiali intorno sono “cresciuti” proprio sul “prato delle golden deliscius” che era di proprietà di Alexander Langer.

Tempi passati. Oggi vige qui un’atmosfera fra rimembranza e riscatto, fra rimozione e buona volontà, fra pacificazione e ripartenza a nuove sponde. L’inaugurazione della Scuola elementare Alexander Langer nel quartiere Firmian di Bolzano segna una pietra miliare nella storia culturale e forse non solo culturale del Sudtirolo. È la prima scuola nella nostra provincia ad ospitare classi italiane e classi tedesche nello stesso ufficio e sotto un’unica gestione; è intitolata ad Alexander Langer, politico d’opposizione e pioniere, all’epoca violentemente avversato, di una scolarizzazione bilingue; si confessa esplicitamente a favore di una socializzazione interetnica in un Sudtirolo dei gruppi.

Di raro visti tanti protagonisti rappresentanti “di gruppo” e sentiti tanti discorsi inclusivi, all’insegna del superamento di quanto divide e dell’incoraggiamento a volare alto e osare quanto accomuna l’un l’altro. E tutto ciò nel nome di Alexander Langer, morto nel 1995, politico che con il suo messaggio del “fare in comune” all’epoca divise la società come nessun altro nella storia del Sudtirolo autonomo.

Mi ha fatto grande impressione, questa “giornata di scuola” così speciale, intima e a tratti persino surreale. Di discorsi si tenevano fin troppi – immaginiamoci, se assessori provinciali e comunali, tedeschi e italiani, di cultura e di lavori pubblici, intendenti scolastici e presidi di istituto fanno a gara -, ma non c’era uno che avesse stonato. Regnava un’atmosfera del “ce l’abbiamo fatta”. Mi sentivo assalito da sentimenti contradditori: Che il mondo sudtirolese stia veramente cambiando e che il pensiero di Alexander Langer con il debito ritardo (concesso ad ogni profeta) si realizzi davvero? O si ripete semplicemente quanto Max Frisch aveva detto con riferimento a Bert Brecht: che quest’ultimo avrebbe “ottenuto l’inefficacia del classico”. Per dire: Langer morto, buon Langer. E più al lungo è morto, miglior Langer diventa.

Sono miei cattivi pensieri. Racconto ciò che alla fine, nella stupenda aula magna della scuola “Alexander Langer” ha detto Valeria Malcontenti, vedova di Alex. La fiorentina Valeria, anch’essa insegnante (ora in pensione), si dichiarava sconvolta dalla bellezza, meglio, dal lusso della scuola. Chiese ai bambini se si rendessero conto di tanta fortuna di aver una tale scuola. Assessori e intendenti scolastici gongolavano: un complimento da tale bocca!
E Valeria si accinse ad una spericolata considerazione “Ah, l’avesse vista Alex!”, esclamò rivolta alla platea dei bambini della “sua” scuola bilingue. Aggiungendo: “avesse potuto veder realizzata questa sua scuola ideale, forse non se ne sarebbe andato e starebbe ancora fra di noi.”

Incanto in sala fra gli adulti, i politici in speciale. Però, Valeria non sarebbe Valeria se non avesse pure rotto l’incantesimo: “Ma se fosse ancora qui”, disse, “questa scuola non ci sarebbe.” L’audace affondo ci voleva, per riportare noi tutti da questa mattina d’incanto alla realtà.

Foto:
L’inaugurazione della scuola elementare “Alexander Langer” a Firmian di Bolzano

Florian Kronbichler

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