Florian
Kronbichler


Reddito di dignità

 

Una bella lezione di politica sociale e solidarietà stamattina sul “reddito cittadino” in Italia. Bella per più motivi. Bella perché organizzata – per una volta tanto! – non da un partito contro l’altro, ma da diversi in comune: da Sel insieme al Movimento 5 Stelle e a un gruppo del PD. Succede di raro. L’eccezione è riuscita grazie al carisma di Don Luigi Ciotti e per i buoni uffizi della sua associazione “Libera”.

Colgo l’occasione dell’odierno seminario per confessare un equivoco in cui sono incorso per un certo tempo. Dall’inizio della legislazione sento parlare di “reddito di cittadinanza” e ciò soprattutto da parte dei colleghi del M5S. Provenendo io da una regione contagiata dal dibattito politico tedesco, credevo si trattasse del reddito di base incondizionato, del “bedingungsloses Grundeinkommen” che è una sfida un po’ utopistica, come minimo rivoluzionaria. Invece si parlava di niente di più che del reddito minimo garantito che noi, nel Trentino Alto Adige ce l’abbiamo già da un bel po’ e anche in misura dignitosa.

Ecco, il nostro “Lebensminimum”, il reddito minimo, a livello nazionale è ancora una chimera, un diritto da conquistare, altro che acquisito. Mi ha fatto impressione il tono solidarista, quasi ecumenico, in cui il leader M5S Alessandro Di Battista ha invitato SEL e pure parte del PD a impegnarsi “insieme” per raggiungere l’obiettivo.

Sarà stato per il carisma di Don Luigi Ciotti. “Quando un uomo sta affogando”, ha detto, “ci si butta in acqua per salvarlo, non si discute.” Ci ha esortati: “Liberiamoci dal dogma del mercato! Dar soldi a chi non ne ha, non è elemosina, è giustizia sociale. Dobbiamo creare un minimo di condizioni, se no, non facciamo politica. La politica deve credere che giustizia sociale è il primo strumento della lotta antimafia.” Altra affermazione del prete antimafia: “I diritti sociali abilitano ad esercitare gli altri diritti – civili, politici ecc.”

Ecco la lezione sul “reddito di cittadinanza” che è il nostro “reddito minimo garantito” e che Don Ciotti chiama poeticamente “reddito di dignità”.

Foto: Don Luigi Ciotti di “Libera”

Florian Kronbichler

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