Volete anche la giacca?
Volete anche la giacca?
Primo: Onore ad Alexis Tsipras! Onore e solidarietà. Ha accettato per il suo paese un accordo, meglio: un diktat che sotto normali condizioni è inaccettabile. È umiliante per il popolo greco e per chi ha trattato per esso. Purtroppo le condizioni non sono normali. Tsipras ha firmato una resa che i potenti dell’Europa gli hanno imposto e che ora in casa propria forse gli costa il proprio futuro politico. Spero tanto che non ce l’avrà vinta, nei prossimi giorni, l’attesa (perché purtroppo scontata) ribellione dei massimalisti di turno.
Come Tsipras stesso ha detto: ha fatto “il possibile”. E chi lo critica ora, deve essere onesto: Tsipras non ha tradito il popolo greco e men che meno se stesso. Ha agito in quella “etica di responsabilità” richiesta al politico (Max Weber: Verantwortungsethik und Gesinnungsethik), il cui massimo principio si esprime in (credo) ogni formula di giuramento di ogni statista: “tener lontano danno dal proprio popolo”. Tsipras ha fatto tenere la Grecia nell’Euro, quindi nell’Europa. I suoi signorotti erano decisi a cacciarla. O a lasciarla indietro che è la stessa cosa e che per il paese sarebbe stato i danno più grave. Per dire: Qualunque sia stato il prezzo, Alexis Tsipras è salvatore di patria.
Secondo: Cos’ è dell’Europa? In che Europa stiamo? Io mi vergogno di questa Europa. E mai possibile che la nostra più grande idea politica, l’unione europea, si sia ridotta ad un circolo di mercanti, egoisti ed ottusi, il cui unico ideale sono la contabilità in regola e la borsa possibilmente piena. Che sia la Grecia o che siano i profughi, l’Europa, se chiamata ad un dovere di solidarietà, sa solo rispondere di no. Non possumus. Un’Europa come l’abbiamo vista nelle sue notti greche non può aver futuro. Non voglio un’Europa tedesca e i tedeschi (almeno da giudicare dai suoi governanti) non sono disposti ad alcuna conversione europeista. Il modo in cui hanno ricattato Tsipras, è l’applicazione della massima: “Am deutschen Wesen muss die Welt genesen”. E non ci sto.
Florian Kronbichler