Florian
Kronbichler


E ora che dici, caro crucco?

Qui alla Camera – più fra amici che non fra avversari, per dir la verità – volentieri mi danno del “crucco”. Il più delle volte lo intendono in modo amichevole, scherzando, alludendo alla mia pronuncia e al cognome (impronunciabile) e spesso addirittura con quella ammirazione-rispetto che gli italiani nutrono per i tedeschi. Io ci sto al gioco e non mi dispiace affatto dover fare il crucco della situazione.
Immancabile quindi che oggi, letti i giornali, i colleghi fanno battute poco edificanti al crucco in casa: Eh, l’avete fatta grossa, voi della Volkswagen! Ma è mai possibile che non ci si debba fidare nemmeno dei tedeschi?
È la gioia maligna dei Pierini di tutti i paesi nei confronti del primo della classe. Comprensibilissimo. La Volkswagen è la Germania, la Germania che primeggia in tutto e impartisce lezioni agli altri. È ora questa: Ha costruito la sua fortuna economica, il suo prestigio su una truffa, un imbroglio premeditato. La Germania pioniere dell’economia verde, della green economy, è stata presa in fallo: Montando nelle sue macchine da vendere sul mercato americano, particolarmente severe per quanto alle emissioni nocive, una sofisticata software per ridurre le emissioni delle sue diesel, ha usato il suo vantaggio tecnologico per imbrogliare tutti quanti stanno dietro.
Non sono ancora note le conseguenze che lo scandalo avrà sulla Volkswagen, la sua figlia di lusso Audi, la Germania e sul mercato dell’auto intero. Saranno enormi e probabilmente destabilizzanti. La prima lezione da trarne la possiamo riassumere nel simpatico aneddoto di Karl Kraus: Chiede l’ insegnante all’alunno promettente alla fine dell’esame di maturità: Che cosa intendi studiare? Risponde l’alunno: “Wirtschaftsethik” – etica dell’economia. Al ché il vecchio professore: “Allora ti dovrai decidere: delle due una!”

Florian Kronbichler

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