Florian
Kronbichler


Lo spettro (fugato) del Triveneto

Vi ricordate la signora Ileana Ventricelli, giovane deputata PD (pugliese) che si era azzardata a proporre l’abolizione delle regioni speciali e che, confrontata da me con le conseguenze di una tale proposta, svanì sugli scranni dell’Aula di Montecitorio? Fu un anno fa, circa. Allora il senatore Karl Zeller, detentore autonominato delle verità autonome, derise non solo la signora Ventricelli, ma chiunque le dava ascolto. “Una nobody di nessunissima rilevanza”, così ironizzò il capobanda parlamentare SVP .
Questo un anno fa. Ora irrompe sul palcoscenico delle autonomie un’altra proposta, all’apparenza destabilizzante. È la proposta di fare delle due regioni a Statuto speciale Trentino-Alto Adige Südtirol e Friuli-Venezia Giulia assieme alla regione Veneto, a statuto ordinario, und unica Macroregione a statuto speciale. Un Triveneto autonomo, insomma. L’idea non è nuova, anzi, più che di novità dovremmo parlare di riesumazione di una conformazione geografico-amministrativa di memoria fascista. C’era il Triveneto, nel ventennio fascista, e a dirla tutta, sopravvive tuttora sulla carta geografica e nella gerarchia ecclesiastica. Di fatti, ancor oggi le diocesi delle tre regioni, la nostra di Bolzano-Bressanone compresa, fanno capo al patriarcato di Venezia.
La novità di sostanza di una neo-regione Triveneto autonoma speciale sta in chi la propone: Non è una “nobody” qualsiasi, ma l’onorevole Ettore Rosato, capogruppo del Partito democratico alla Camera, triestino e longa manus del presidente Renzi al Parlamento. L’ho messo di fronte, ovviamente, stamattina alle sue dichiarazioni. Dico subito, non è svanito, come la collega Ventricelli, si è “spiegato”, ritrattando.
“Ma che proposta hai fatto, collega Rosato?”
“Ma no, non ho fatto alcuna proposta. È stata ad una assemblea a (non ricordo il nome del paese – red.) nei d’intorni di Udine. L’ho buttata lì come idea, come una ipotesi, l’ipotesi di una gran bella macro-regione, ovviamente di autonomia speciale.”
Ci hai mandato in un bello spavento.
“Macché spavento. È un’idea della quale bisogna pur poter parlare. Non verrebbe tolto niente a nessuno. Non dovremmo essere gelosi, noi che autonomi siamo già. E il Veneto di mezzo, stai serio, ha ben qualche ragione di sentirsi discriminato.”
Beh, il Sudtirolo ha ben qualche ragione in più per essere autonomo-speciale.
“Vero, avete qualche ragione in più pure di noi del Friuli-Venezia Giulia, figuriamoci del Veneto. Ma avreste anche voi da guadagnare, se foste collocati all’interno di un’area autonoma più grande e di maggior peso.”
Ne dubito, speciale deve essere sempre una eccezione. Se qualcosa non è una eccezione non è speciale. Se la specialità diventa di tanti, finisce per essere normalità.
“Non avere paura, Florian. Ti ho detto, è stata una battuta, non ho proposto niente.”
Capisci che siamo suscettibili su questo argomento?
“Certo che lo capisco, ma la delimitazione delle regioni è una questione reale. Pensa la regione Molise, trecentomila abitanti, una follia.”
Il Sudtirolo autonomo ne ha cinquecentomila.
Eh, per voi è effettivamente diverso. Sarebbe già una bella cosa fare una unica regione autonoma fra il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia.”
Questa, a memoria e di sostanza, la conversazione fra il capogruppo PD Rosato e me, stamattina in Aula. Prendiamola per buona, ma il tentativo di ritrattare è evidente.

Florian Kronbichler

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