E i detenuti che dicono?
Dall’alto del Consiglio d’Europa a Strasburgo di venerdì per la crude realtà dei profughi, messe a fuoco dai giovani verdi sabato a Bolzano, ad oggi, lunedì, nei bassifondi del carcere di Trento. Il carcere è sempre miseria, anche se – anzi, mi scappa di dire: perché è nuovo. Sono andato, stamattina e fino al pomeriggio, in visita ispettiva nel carcere di Spini di Gardolo. È stata una visita un po’ speciale. Mi hanno accompagnato gli avvocati trentini Filippo Fedrizzi e Gabrio Stenico, due penalisti particolarmente impegnati, insieme a Nicola Canestrini, nell’assistenza legale ai carcerati.
Visitare i carceri, fa sempre bene. A se stessi, prima di tutto, ma anche ai detenuti e al personale che vi lavora. Non sono un principiante illuso in materia. È vero, per quanto io da parlamentare possa entrarci a sorpresa, senza preannuncio, mai troverò il carcere, le celle, il cibo ecc. così come lo vivono quotidianamente i detenuti. Il direttore è lì pure per non far sfigurare lo Stato. E il (nuovo) direttore del nuovo carcere di Trento in tal senso è un genio. Prolunga il saluto con tanto di gentilezze e dotti discorsi che nel frattempo il maestranze ce la farebbero, non solo a pulire, ma a cambiare l’intero carcere.
C’andammo, oggi, con un preciso obiettivo: far parlare le detenute e i detenuti della loro condizione carceraria. All’uopo i miei due accompagnatori avvocati hanno preparato un lungo questionario (di circa 60 domande). Abbiamo consegnato copia a ognuno dei ca. 350 carcerati, fra essi una ventina di donne e trenta detenuti cosiddetti “protetti”. Sono rimasto impressionato da quanto interesse l’iniziativa ha suscitato fra i detenuti e con quanta cura hanno compilato i moduli. Le risposte ora saranno analizzate dai due avvocati e c’è da sperare che aiutino a qualcosa.
Nessuno si illuda che a Trento, per il fatto che abbiano un nuovo carcere (e che nuovo carcere, verrebbe a parlare di cattedrale!) i detenuti stiano meglio che nel vecchio, fatiscente carcere di Bolzano. Continuo a temere che il nuovo carcere di Bolzano (se mai lo vedremo) vada a soddisfare tante esigenze, ma meno quelle umani dei suoi futuri abitanti. Dovrebbe risolvere il problema del sopraffollamento. Trento, in faccia alla legge dello svuotacarcere, è già sopraffollato. È stato progettato pwe 250 detenuti. Ora ce ne stanno già 350. Un carcere, più grande e più confortevole è, e più sarà sopraffollato. A meno che si allenti il codice penale. Ma non mi pare che succeda.
L’in-più in modernità della struttura viene pagato sistematicamente con un in-meno di umanità. Non sono tanto ingenuo per credere che i detenuti, lamentandosi, mi raccontino la verità. Hanno altre priorità. Ma anche il direttore del carcere ha da fare di meglio che di dirmi la verità. Giudico per esperienza, perché nel frattempo di carceri ho visti parecchi: di queste nuove cattedrali nel deserto – lontani dai centri abitati, igieniche fin alla sterilità, con strutture non utilizzabili per mancanza di personale, video-controllati fin dentro ai cessi – non so chi possa trarre profitto. Le donne e gli uomini rinchiusi lì dentro di sicuro no.
Foto: Oggi al carcere di Trento insieme agli avvocati penalisti Gabrio Stenico (a sinistra) e Filippo Fedrizzi
Florian Kronbichler