Florian
Kronbichler


Il mio Langer in italiano

Si chiama “Alexander Langer, il mite lottatore”, titolo leggermente paradossale (mite e lottatore? Uno si dovrà decidere), in compenso una foto di copertina bella, intima e inconsueta), questo il mio “Was gut war – ein Alexander-Langer-ABC in versione italiana, edito dalla casa editrice trentina “il margine”. Fu presentato ieri a Trento, in pompa magna, nella sala della Fondazione Caritro ed è stata una bella festa langeriana. Oratori della serata lo scrittore-filosofo Goffredo Fofi e il presidente del Verona-Forum per la pace oltre che compagno di mille lotte di Langer, Mao Valpiana.
Io ho raccontato come si è arrivati alla traduzione. Perché a lungo me ne sono opposto. Ricordo la presentazione del libricino in tedesco, 10 anni fa, che l’allora rettore dell’Università libera di Bolzano, il linguista Hans Drumbl disse di non tradurlo, “perché su questo libro gli italiani sudtirolesi imparino tedesco”.
Altra contra-indicazione: il libro è vecchio dieci anni, come può essere ancora attuale? La risposta mi dette, già allora, il critico letterario Helmuth Schönauer, fra i critici austriaci forse il più critico. Aveva scritto sul Langer-ABC: “Florian , intelligentemente ha scritto un libro che durerà nel tempo: 2005, 2015, …” E non intendeva il suo giudizio solo un complimento.
Insomma, ho lasciato fare. Paolo Ghezzi, direttore di “il margine”, eseguì. Ed ora che il libro c’è, lo raccomando ai suoi lettori (che spero siano tanti).
Non nascondo alcune preoccupazioni e le ho elencate ieri al gran pubblico di Trento. Il mio Langer, in italiano può apparire un Langer un po’ troppo provinciale, troppo sudtirolese, troppo mio. Ho scritto il libro da amico, con il complesso dell’amico che consiste nella perenne paura di essere scoperto amico e quindi è tentato di nasconderlo e di scriverglielo contro, infine.
Presento un Langer molto privato, molto di famiglia, pur essendo stato attento a non oltrepassare mai il confine con la sfera intima (che nel linguaggio di oggi, brutto e per niente langeriano, si chiama “privacy”).
Il mio intento non era di interpretare il “pensiero” di Langer. A quest’uopo fu già scritto troppo. Lo do per conosciuto e a chi non lo conosca dico: leggiti i testi di Langer stesso. Nessuno l’ha scritto meglio, neanche più bello. È facile: Langer ha sempre scritto, ha vissuto scrivendo.
Per dirla in una sola frase: Il mio libricino non “spiega” Langer, vuol incuriosire, far voglia di capire ciò che questo grande sudtirolese ci ha voluto dire.
Buona lettura!

Florian Kronbichler

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