Rinunciare al glisofato – l’esempio c’è già.
Dopo lo stop (probabile) dell’UE all’ulteriore uso del glisofato, produttori e distributori di fitofarmaci sono ben consigliati, se si preparano ad un futuro senza glisofato. Che ci sia vita oltre e senza questo pesticida e che le aziende non debbano aspettare il suo divieto per legge, il Sudtirolo ha la prova sotto casa.
La catena commerciale OBI-Italia, così come vari Garden-Center in Francia e Germania, ha già l’anno scorso bandito dai suoi scafali tutti i prodotti contenti il glisofato. Per libera scelta e non senza intenzioni pubblicitarie. Il direttore Georg Pallua, allora disse, „volevamo porre una iniziativa a favore della natura“, parlando „di indispensabili sacrifici“.
Tanto doloroso, la rinuncia al glisofato non dovette esserlo. Ne dà prova il continuo ampliamento delle filiali OPI in provincia, di quella a Brunico in speciale. L’apparenza farebbe pensare il contrario.
Sarebbe auspicabile che altre aziende, giardiniere e imprese agricole in primis, si prendessero la OBI ad esempio. Darebbero prova di essere innovativi davvero e non solo a parole. La Provincia accompagni contadini, giardinieri e commercianti con consulenza ed incentivi vari.
La primavera alle porte, questo sarebbe il momento giusto per ripartire in un futuro libero da pesticidi. Iniziando da una spontanea rinuncia al glisofato, prima che arrivi il divieto per legge.
Florian Kronbichler