Florian
Kronbichler


„Fino ad ora no“

Il presidente federale dell’Austria Heinz Fischer, di fronte al Consiglio d’Europa, dà una risposta disarmante sulla questione del Brennero.

Doveva essere una visita di giubileo e di commiato presso la più antica istituzione europea: Il presidente Fischer, dopo mezzo secolo di vita politica, di cui l’ultimo decennio da presidente della Repubblica e ora in procinto di lasciare, oggi tornò a Strasburgo e di fronte alla assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa si concedeva ad una pubblica audizione. Inevitabile che l’interesse si concentrava tutto sulla questione dei profughi e l’intento del governo austriaco di sbarrare, “all’occorrenza”, il passo del Brennero.

Io stesso posi la seguente domanda al presidente Fischer: “Perché, signor presidente, Lei permette nell’ambito della crisi profughi che il Suo paese tratti il confine del Brennero come un confine qualsiasi che – a detta di certi Suoi rappresentanti di governo – potrebbe anche essere chiuso del tutto?” La risposta del presidente fu più giustificatrice che tranquillizzante.

Nemmeno lui stesso, così Fischer, gradirebbe la retorica guerresca “di certa gente”, però ci tiene a precisare: che “nessuno ha chiuso il Brenner, almeno non fino ad ora”. Al presidente non piaceva la mia insistenza sul Brennero quale confine “non qualsiasi”, come in tempi meno tempestosi volentieri sia da parte sudtirolese che austriaca ce lo viene presentato. Fischer iniziò ad infervorirsi: “Lei crede che, mentre chiudiamo i confini nei confronti della Slovenia, della Croazia o dell’Ungheria, al Brennero possiamo fare finta che non si trattasse di un confine, ma di qualcosa di speciale?”

Fischer non disse: confini sono confini , ma il suo sfogo mi ricordò un episodio che sta ormai dieci anni addietro, aveva come protagonista l’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e suscitò un mezzo incidente diplomatico. Fu ad Alpach in Tirolo ad un incontro di presidenti di mezza dozzina di stati, fra essi il cecco Vaclav Havel. Al presidente Scalfaro fu chiesto se non fosse finalmente il caso di concedere la grazia agli attentatori sudtirolesi degli anni 60 dello scorso secolo.

Scalfaro rispose con l’ormai storico “dinamite è dinamite”. Intendeva: Non può concedere agli attentatori sudtirolesi ciò che nega a terroristi comuni, rossi o neri, non fa differenza. Con queste tre parole, Scalfaro è riuscito ad inimicarsi il Sudtirolo più di chiunque altro. Che lo stesso Sudtirolo perdoni al pensionato in fieri Heinz Fischer il suo odierno, non esplicitato “confini sono confini”.

Florian Kronbichler

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