Florian
Kronbichler


Diritti, ma non uguaglianza.

Negata la fiducia al governo Renzi, ora votiamo convinti le unioni civili. Che la legge comporti un progresso civilizzatore, è fuori di ogni dubbio. Una categoria di persone, nel caso gli omosessuali, ottiene dei diritti che fino ad ora gli sono stati vietati e che per il loro solo essere così erano penalmente perseguitati. Per non dire della loro emarginazione sociale.

Allora, fatto la legge, va tutto bene? Non affatto. La legge è frutto di tanti compromessi. Il legislatore avrebbe dovuto dimostrare più coraggio. È vero, la legge dà diritti agli omosessuali. Diritti sostanziali. Di fatti possono sposarsi, ottengono gran parte dei diritti che il codice civile conferisce con il matrimonio. Permangono però delle discriminazioni. Non c’è egualità di trattamento.

Impossibile, a questo riguardo, non criticare la gerarchia della chiesa cattolica. Con la motivazione, anzi, con la scusa di dover tutelare il matrimonio cristiano, certi politici che si proclamano cristiani, hanno ritenuto indispensabile deformare la legge con delle vere e proprie chicane: c’è il divieto di adozione del bambino del partner; si preferiva “proibire” l’obbligo di fedeltà alle unioni civili invece di toglierla a chi conclude il matrimonio. Per non parlare del nome di matrimonio. Le unioni civili di fatti lo sono, ma non devono chiamarsi tale. È ipocrisia di convenienza.

Insomma, la legge era ormai inevitabile. Lo vuole la società, ce lo chiede l’Europa. Il governo Renzi, a stento si è messo al passo dei tempi.

Florian Kronbichler

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