Florian
Kronbichler


Le tre qualità del sindaco

In campagna elettorale, spendendo uno spot televisivo a sostegno di Renzo Caramaschi sindaco di Bolzano ho descritto il candidato con tre attributi che secondo me lo qualificano a leader politico: e sono “competenza, solidarietà e forza conflittuale”. Oggi, a un mese dalla sua elezione e a governo comunale completato ed insediato, mi permetto di compiacermi: Ci ho azzeccato tutte.

La competenza. La competenza del Cara era fuori discussione sin dall’inizio. Gliela attestavano tutti. Da city-manager che era, conosce la macchina del comune come nessun altro. Il suo decisionismo è finanche temuto, e di coraggio ed inventiva, per dirne una, fa prova “Bolzano estate” con le Gustav-Mahler- e European-Youth-Orchester. Sono “conquiste” storiche dell’amministratore Caramaschi.

Solidarietà. Caramaschi è sceso in campo da uomo solo. Non iscritto a nessun partito, ma politicamente collocato e chiaramente riconoscibile nell’area cristiano-sociale, si è autocandidato rivolgendosi ai partiti che hanno governato la città negli ultimi vent’anni ovvero il centrosinistra, verdi compresi e nessuno escluso. Qualcuno per un po’ si era tirato fuori(verdi e anche rifondazione comunista), per poi rientrare, ma lui, il candidato sindaco stesso, di sé può veramente dire di non aver lasciato indietro nessuno. Con la proposta al centrosinistra e agli ecosociali è partito, e con essi, tutti, ha concluso.

La forza conflittuale. Fu forse questa che ai suoi predecessori – a Gigi Spagnolli e non meno a Giovanni Salghetti-Drioli, per ricordare solo gli ultimi due – si imputava tanto di non averne. Brave persone, si diceva, ma gli mancava ciò che chiamiamo gli attributi. Troppo propensi al compromesso, a vuol dare retta ad ognuno, a non farsi nemici, al rinviare invece di decidere. È ciò che ha portato alla tanto lamentata “ingovernabilità”, alla Bolzano che a differenza del Land “non decide mai”. Tutti diversi la tempra e il ritmo che il neosindaco Caramaschi sta impremendo ai lavori in comuni. Ne sono esempio tempi e modi in cui ha fatto la giunta: Eletto sindaco, ha chiamato una ad una le forze che aveva prescelto prima. Ha messo in riga la Volkspartei che credeva di poter lei dar la linea. Per quanto fosse arrivata “il partito più votato” , dovette recedere dal suo njet alquanto infantile contro i verdi. Alla ostinata richiesta del suo nuovo uomo-bandiera Christoph Baur di sostituire i verdi con “i moderati di destra”, Caramaschi oppose un deciso “o ci state con i verdi o vado via”. Dall’altra parte si è trattenuto dal nutrire rimorsi nei confronti dei verdi per il loro non-sostegno alla prima tornata delle elezioni. Insomma, il sindaco Caramaschi del primo mese si è mostrato un leader, dando prova delle sue qualità e, non meno, confutando una sua presunta debolezza.

Fu una sera d’inverno, 8 gennaio, mi ricordo, l’ex-sindaco Gigi Spagnolli ed io insieme tornammo in bicicletta dal cimitero, dove assistevamo al funerale del comune amico Sepp De Vivo. Girava già la voce di una probabile candidatura di Caramaschi ed io ne parlai con interesse e mal celata simpatia. Spagnolli, ancora covando rancori per come era finita, mi contradette su tutto. Arrivati all’altezza di ponte Talvera dove le nostre vie si dividevano, mi disse: “Caro Florian, non illuderti! Può anche darsi che Caramaschi ce la farà a vincere le elezioni. Ma non riuscirà mai a fare una giunta.” Alla mia domanda sul perché no, l’infelice ex–sindaco mi rispose che quell’ ex-manager sarebbe “troppo umorale” per i compromessi che bisogna trovare.

Invece, Caramaschi ce l’ha fatta. E senza troppi compromessi. Che il suo caratteraccio non sia un difetto, ma la sua vera qualità. Auguri, Bolzano!

Florian Kronbichler

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