Srebrenica e Joseph Mayr-Nusser
11 luglio – sono 21 anni dal genocidio di Srebrenica in Bosnia. 8.000 bosniaci, per la maggior parte uomini e ragazzi maschi islamici, trucidati dalle milizie serbo-bosniache al comando del criminale Ratko Mladic´. Fu il massacro più crudele nell’Europa del cosiddetto dopoguerra. Con il nostro Sudtirolo, Srebrenica è in special modo collegata per l’immane impegno che Alexander Langer ci aveva messo per evitare quella tragedia. Non ce l’aveva fatta. Ha posto fine alla sua vita una settimana prima (3 luglio 1995) e non è patetico annoverare il destino di Srebrenica fra i motivi del suo atto di disperazione.
Sì, ne sono convinto, il disperato addio di Alexander Langer de “i pesi per me sono diventati troppo gravosi; non ce la faccio più”, almeno in parte trova la sua ragione anche nel fallimento del suo impegno per una pacificazione sui Balcani.
Molto convinto dell’importanza di siffatte memorie ho partecipato oggi alla Camera alla commemorazione dei 21 anni dal massacro di Srebrenica. C’erano sopravvissuti, rappresentanti politici della Bosnia, la vicesindaca di Zagabria, e la sera, al palazzo di S. Chiara c’era il concerto di due giovani, bravissime musiciste bosniache (pianoforte e violino), sempre in memoriam genocidio di Srebrenica. Ho pensato Edi Rabini che da vent’anni organizza momenti di commemorazione di quella tragedia immane, dai più rimossa e dimenticata.
E ho pensato pure Joseph Mayr-Nusser in procinto di beatificazione. Ho chiamato la notizia della sua canonizzazione sul Corriere dell’Alto Adige “un riscatto della politica sudtirolese”. Per una volta tanto è stata la chiesa diocesana ad impartire alla politica una lezione di dignità e giustezza. Il martire antinazista Mayr-Nusser, oltre ad essere stato un testimone religioso, ha pure una valenza altamente politica. La gerarchia ecclesiale, per non compromettere il “processo” di beatificazione, ha finora promosso il martire prettamente religioso. Ora, a “processo” concluso, non c’è più ragione di sminuire: Joseph Mayr-Nusser va promosso anche agli onori degli altari profani, ovvero della politica.
Florian Kronbichler