Florian
Kronbichler


Con Nadia Murad, premio Václav Havel, a Strasburgo

Aver fortuna, mi ripeto, è permesso. E io, apparentemente ci ho un talento. Entrato stamattina a Strasburgo dalla Repubblica di Georgia nel Caucaso, dove mi trovavo da osservatore delle elezioni parlamentari (svoltesi sabato), subito mi è capitata un’altra felice sorpresa: Al Consiglio d’Europa, ove da oggi si svolge l’ultima sessione plenaria di quest’anno, fu conferito il Premio ai diritti umani Václav Havel. A ottenere il prestigioso premio indetto al poeta-politico ceco, di cui quest’anno cade il 100esimo anno di nascita, e dotato di 60.000 Euro, è stata la giovane irachena Nadia Murad.

Assieme a centinaia di altre donne e bambini, Nadia Murad, oggi 23, due anni fa fu sequestrata e seviziata dai terroristi del ISIS. Tenuta prigioniera in condizioni disumani, dopo tre mesi la giovane donna riuscì ad organizzare la fuga sua e di molte delle sue compagne di sorte. Da allora, Nadia Murad è una nota attivista per i diritti umani in generale e contro lo sfruttamento e la commercializzazione di donne e bambini. L’eroina irachena che oggi vive rifugiata in Germania ha preso il premio Václav Havel a nome e a favore della Comunità Yazide, organizzazione di donne impegnata nella lotta anti-schiavismo.

E in che cosa sarebbe sussistita la mia fortuna di cui all’inizio? Basterebbe il solo fatto di aver potuto assistere alla premiazione a cui la premiata ha tenuto un discorso di una intimità unica. In più però mi è capitata la fortuna di averle potuto parlare personalmente a lato della cerimonia. Caso voleva che si imbatteva nel nostro colloquio pure Alev Korun, nata in Turchia e oggi parlamentare dei Verdi in Austria. Insieme abbiamo parlato finché si sono aggiunti altri e a discorrere, per non essere scortesi, dovevamo proseguire in inglese.

Foto: Con Nadia Murad e la verde austriaca Alev Korun al Consiglio d’Europa a Strasburgo.

Florian Kronbichler


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