La Turchia in carcere – e noi? Ne parliamo
Stiamo parlando di Turchia. Della Turchia “alla luce del tentato colpo di Stato” del 15 luglio. Ieri ne ha riferito il ministro degli Esteri turco, oggi ne discutiamo – pardon, ne parliamo. Parliamo in tanti, quasi tutti. Probabile che io arrivi tardi per il gran numero di iscritti a parlare. Ormai non mi importa tanto. Più andiamo avanti (siamo a nr. 25, io sono al 43), e meno mi si esplicita il senso di una tale manifestazione. Il Consiglio d’Europa con i suoi 47 stati membri (rappresentati dai rispettivi parlamentari) si ritiene il rappresentante dei diritti umani e della democrazia in Europa.
Ma a proposito della della democrazia e dei diritti umani nella Turchia di Erdogan, che cosa facciamo: parliamo. Ne parliamo al modo di un talk-show. Non siamo nemmeno stati capaci di metterci d’accordo su una mozione. E men che meno di istituire una commissione d’inchiesta sulle condizioni della democrazia e dei diritti umani nella Turchia. Che siamo un inerme club di dibattimento? Il centinaio di migliaia di amministratori, giudici, insegnanti, professori e semplici democratici internati nelle carceri turchi rimangono delusi. Erdogan può star sereno.
Florian Kronbichler