CETA – Vallonia, “provincia intralcio”
L’Italia, mi dispiace, si conferma essere fra i paesi della Unione Europea il più succube alla politica degli accordi transatlantici TTIP e CETA dell’intera Unione Europea. Ne è stata dimostrazione il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda rispondendo questo pomeriggio in Aula della Camera ad una interrogazione illustrata a nostro nome dal collega Stefano Fassina. Calenda ha difeso senza se e senza ma l’accordo CETA fra l’UE e il Canada, così come se solo a dubitarne fosse una attentato al buon senso.
Il ministro non solo ha ribadito il “pieno e incondizionato appoggio” all’accordo, si è spinto persino a ridicolizzare il paese (per il resto amico) del Belgio che si sarebbe lasciato “umiliare” (sic!) dalla sua “provincia” Vallonia. Si è azzardato di definire l’eroica opposizione di quel governo regionale “un intralcio al potere decisionale” dei governi nazionali. Fosse per il ministro italiano, il CETA non dovrebbe passare l’esame da parte dei parlamenti di paesi nazionali.
Basterebbe il Parlamento europeo. “A meno che Lei – ironizzava il ministro Calenda rivolto all’interrogante Stefano Fassina – non voglia concedere un carattere democratico al Parlamento europeo”. Se di prova ancora ci fosse stato bisogno: Dal governo Renzi non c’è da attendersi nessuna – non dico opposizione – ma nemmeno critica agli accordi filo-multinazionali, quali sono TTIP e CETA . Resistenza non è più di casa qui.