Florian
Kronbichler


Cambiare in coerenza Perché vado in “Articolo 1 – movimento dei democratici e progressisti.

Oggi a mezzogiorno, assieme ad altri 36 colleghi deputate e deputati abbiamo costituito il gruppo parlamentare di “Articolo 1 – movimento dei democratici e progressisti”. Siamo 17 del ex-gruppo Sel-Sinistra italiana e 20 fuorusciti dal gruppo del Partito democratico. La discussione sulla formazione di tale nuovo gruppo si è protratto ormai da mesi e si è accelerata dalla piega liberista ed autoritaria che il governo Renzi aveva preso, assumendo una impennata il 4 dicembre, data della vittoria del no al referendum sulla riforma costituzionale.

Io ho partecipato intensamente a questo processo di ripartenza e nuovo posizionamento, essendone stato convinto sin dall’inizio della necessità di una maggiore aggregazione delle forze di sinistra. Avrei ovviamente preferito se il passo l’avessimo potuto fare tutti insieme noi del gruppo ex-SEL. Non ci siamo riusciti. Una parte, sostanziosa, seppur minoritaria, ha preferito proseguire il cammino parlamentare autonomamente e in opposizione pure alle compagne e ai compagni in procinto di rompere con la politica – e il partito – di Renzi. Non erano nemmeno disposti a cogliere i segnali lanciati dall’ex-sindaco di Milano Giuliano Pisapia in direzione di un comune largo “campo progressista”.

Mi dispiace, ma mai le ragioni dei compagni di Sinistra italiana che rispetto, mai mi hanno fatto passare per la testa un dubbio sulla giustezza della via che in definitiva ho scelto di intraprendere. Vado avanti con la maggioranza del mio ex-gruppo insieme alle compagne e ai compagni fuorusciti dal PD, in fiduciosa attesa che, fra dieci giorni, ci riuniremo pure al Campo progressista di Giuliano Pisapia.

Sono conscio della delusione che ogni “scissione” diffonde fra i militanti della politica e mi rifiuto di dar la colpa ad una sola parte, solitamente all’altra. Assieme ai compagni di avventura mi sono però reso conto che sarebbe da incoscienti arroccarci su posizioni minoritari, non cogliere occasioni che si presentano e sottrarci alla responsabilità della scelta. So che ci sarà ora chi mi – ci – dà del voltagabbana. Non lo temo. Rivendico a me di aver agito in coerenza con le mie convinzioni e non solo: mi sento in perfetta coerenza con le dichiarazioni e i posizionamenti tenuti da me sin dall’inizio della mia esperienza parlamentare.

Mi sono candidato su proposta e con i voto dei Verdi sudtirolesi sulla Lista di Sinistra Ecologia Libertà (Sel) in coalizione con il Partito democratico di Pierluigi Bersani per il comune progetto di “Italia bene comune”. Il progetto come sappiamo, poi non si realizzò. Bersani non riuscì a formare il governo di centrosinistra e il partito è finito nella grande coalizione con Forza Italia di Berlusconi. Avendo il PD tradito il comune l’obiettivo e il partner di coalizione, Sel non si doveva tirare fuori? Coerentemente ci siamo messi all’opposizione. O a qualcuno sarebbe parso “coerente” sostenere un governo con Berlusconi, di abbattere il quale fu il nostro primo obiettivo?

Abbiamo tenuto duro l’eternità di tre anni in cui Renzi ha offeso il valore del “bene comune”, deturpato la Costituzione e stravolto la legge elettorale. Abbiamo smascherato i vari decreti-“miracolo” di Renzi: jobs Act, la buona scuola, lo sblocca Italia, la finta abolizione delle province. In tutto questo abbiamo dato man forte agli allora compagni del PD che pure hanno votato contro quelle leggi. Il momento di svolta fu poi la vittoria del no al referendum sulla Costituzione. La “ragione sociale” di noi tutti di Sel poteva essere quella di togliere al partito di Renzi la parte “migliore” per la quale ritenevamo – scusate la presunzione – quella più vicina a noi.

Ora è stato il momento. Le compagne e i compagni che hanno combattuto con noi tutte le grandi battaglie della legislatura, decidono di uscire dal Partito democratico di Renzi. Cerchiamo di immaginarci: Loro pronti a fare il salto che noi ci siamo aspettati da anni. E noi non saremmo pronti ad accoglierli. Sarebbe stato ingeneroso, irresponsabile, politicamente stupido. Il passo che hanno compiuto loro, merita infinitamente più rispetto che il nostro. Pure per noi l’ “Articolo 1” è una sfida. Loro avevano da perdere di più. E ciò va riconosciuto.

Al momento c’è grande apprensione. Da una settimana siamo praticamente in riunione permanente e gli errori di percorso non mancano. Ma resto fiducioso. Io, ora vedo più probabilità di raggiungere l’obiettivo originario della mia avventura politica: quello di portare un vero centrosinistra al governo del Paese. Ci vorranno dei compromessi, ovviamente, ma politica è compromessi. Senza è mera politologia.

E dico infine ancora una cosa sui Verdi sudtirolesi di cui sono prima espressione. Si sente che pure la Federazione nazionale dei Verdi guarda “con interesse” a questo “Movimento dei democratici e progressisti”, al quale di sicuro si aggregherà Giuliano Pisapia. Chi sa, per i Verdi sudtirolesi si può aprire una prospettiva realistica per ottenere – in tutta autonomia e futura legge elettorale permettendo – anche in futuro un suo rappresentante al Parlamento italiano. C’è da essere fiduciosi.

Florian Kronbichler


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