Toponomastica: Su, convertiamoci al “no solution, best solution”!
Quindi, niente soluzione-compromesso in Commissione dei 6 sulla toponomastica. Il consigliere Roberto Bizzo si è opposto a votare quanto pareva – pure a me – essere, se soluzione doveva essere, una soluzione accettabile. Mi pareva che per una volta fosse stata la Südtiroler Volkspartei a cedere di più e che fosse stata la parte italiana ad averla avuta vinta. Il fatto mi pareva una giusta, meritata ricompensa per tante, troppe tappe vinte dalla SVP nella lunga, troppo lunga corsa lastricata da norme di attuazione allo Statuto di autonomia. Invece niente, la norma (che comunque sarebbe stata solo una proposta, perché a decidere in definitiva sulle norme di attuazione è sempre il governo) resterà incompiuta. Inverosimile che si arrivi ad una unanimità fra due settimane, data della prossima seduta dei 6. Che sarà, quindi, della toponomastica? Che dei famigerati cartelli bi- o monolingui?
La diplomazia conosce il “principio del second best”. È la convinzione, o l’esperienza, che chi in trattative punta ad ottenere il “best”, ovvero il massimo, è perdente in partenza. Offende, quindi, irrigidisce solo la controparte. Perciò, meglio tener ferma la mira al “second best”. È intelligente, non rinunciatario. Nel caso concreto, le parti apparentemente non se ne sono attenute. Prima ha esagerato la SVP. Con il “golpe” dei cartelli monolingui in montagna (eh, non diamo la colpa al Alpenverein!) si è giocata la sua intera credibilità. In Commissione dei sei, la SVP ha effettivamente ceduto di molto. Non è servito. Gli italiani non si fidano più, e l’opposizione ad oltranza del loro Bizzo in Commissione non è altro che l’espressione di tale sfiducia fondamentale. Finito.
Ora che sarà: Paradossalmente si aprirà la via che io sin dall’inizio ho indicato come l’unica percorribile: No solution, best solution! Qualsiasi soluzione del problema, questo il mio ragionamento, comporterebbe problemi più grandi di quello che costituisce il problema che si crede di risolvere. Abbiamo risolto cento e più problemi dell’autonomia (oltre 200 norme di attuazione allo Statuto dell’Autonomia!), aihmé, sforziamoci a convivere con uno solo irrisolto!
Florian Kronbichler