Florian
Kronbichler


Responsabile e convinto

Sono stato chiamato a prendere una scelta travagliata e pochi minuti fa, convinto l’ho presa. Ho votoato sì alla fiducia che il governo ha posto sul decreto sugli immigranti. Così come domattina voterò no al decreto stesso. A qualcuno può sembrare una posizione schizofrenica. Rispetto chi la pensa così, ma – scusatemi se scomodo il grande Max Weber! – ho fatto precedere etica di responsabilità a etica di convinzione. Considero d’obbligo il mio voto e a chi dissente chiedo comprensione.

Un mese fa, noi maggioranza di EX-Sel e la minoranza fuoriscita dal PD, insieme alla Camera e al Senato ci siamo costituiti nei gruppi parlamentari di “Articolo Uno – movimento democratico e progressista”. L’intesa sul comportamento immediato fu quella di garantire al governo Gentiloni la possiblità di portare a termine le buone cose da fare (abolizione voucher, ius soli, testamento biologico, legge elettorale), d’altra parte però di prenderci la libertà di decidere, caso per caso, sui singoli provvedimenti. Il decreto sull’immigrazione contiene pesanti problematicità, ma anche cose necessarie. Gli voterò contro, ma non ne faccio un caso di governo sì-governo no.

Votando sì alla fiducia ho agito in questo spirito. L’ho ritenuto l’unico modo per conciliare obiettivi diversi (per qualcuno contrastanti). I compagni del nostronuovogruppo da cui proveniamo noi, da Ex-Sel appunto, non si sono decisi a votare compatti la fiducia. Si sono presi la libertà di esprimere la loro lealtà al nuovo gruppo non votandogli contro, ma astenendosi dal voto di fiducia. A me questa forma intermedia non convinceva. Credo fermamente nel nuovo soggetto politico che siamo andati a fondere. Come si vede, e solo un ingenuo non poteva prevederlo, “Articolo Uno – movimento democratico e progressista” ha grandi potenzialità e si pone alti obiettivi, ma è pure tormentato dalle più classiche delle crisi adolescenziali: il massimalismo degli oppositori di sempre si scontra con il pragmatismo dei governanti di sempre.

Ambedue hanno ragioni da sprecare per le rispettive posizioni. Vanno superate e per fare ciò ci vuole tempo. Io, da verde sudtirolese, quindi straniero della situazione, mi ritengo libero di certa zavorra e ne sento la responsabilità in positivo. Ho votato sì anche in senso di responsabilità e riconoscenza nei confronto delle compagne e dei compagni dell’ ex-PD. Anche loro hanno pagato il dazio all’unità. Voteranno domattina compatti contro il decreto sugli immigrati. Lo considero un felice “do ut des” fra compagni di diversa derivanza che si sforzano a tracciare la via comune verso il bene comune.


Flor now
Facebook Link