Florian
Kronbichler


Sciopero dei ferrovieri: violenze alterne

 

Un esempio in positivo a sfatare il pregiudizio, per iniziare. Una capotreno (sudtirolese) mi racconta il seguente episodio accaduto la settimana scorsa sul treno fs fra Bolzano e Merano: Un uomo della zona, evidentemente ubriaco, schiamazza. Richiamato dai passeggeri sul vagone, l’uomo si agita ancor di più finendo ad aggredire chi gli sta intorno. Due ragazzi di colore, marocchini, si accorgono di quanto succede, scattano in piedi e immobilizzano il malfattore. Lo tengono fermo fin a quando, alla prossima stazione, il capotreno fa salire a bordo due agenti di polizia. E cosa fanno i poliziotti? Se la prendono con i due marocchini. Sono i passeggeri testimoni a chiarire il malinteso: Fu il sudtirolese sbronzo il malfattore. I due marocchini, a torto sospettati, avevano fatto le veci delle forze d’ordine.

Fu ciò che mi ha tenuto alto il morale, stamattina alla stazione di Bolzano. Ero accorso alla notizia, avuta da Rai-Sudtirol, dello sciopero indetto dai ferrovieri di SGB/Cisl e AGB/Cgil in protesta contro gli atti di teppismo e violenza sui treni. In verità, a farmi scattare dalla collazione e a voler verificare di persona ciò che ho sentito per la radio, fu un particolare speciale: il sindacalista SGB/Cisl Christian Tschigg, rivendicando una maggior presenza di polizia sui treni, ad un certo punto dell’intervista su Rai Südtirol disse: “wenn möglich auch das Militär” – possibilmente anche l’esercito.

Prendo molto sul serio le lamentele del personale ferroviario sugli atti di violenza nei suoi confronti. È un fenomeno grave, da non tollerare, e innegabilmente i suoi protagonisti speso sono immigranti. Sono loro che più di altri vengono colti senza biglietto dai controllori, e a dir di questi reagiscono aggressivi. Si sa, non hanno da perdere niente. Soldi non ne hanno, spesso nemmeno documenti, quindi, ammende non hanno alcun effetto e nemmeno qualche giorno di carcere gli può fare impressione. Alla base di questo nuovo fenomeno di violenza (contro autisti di autobus e controllori sui treni) sta la piaga sociale della migrazione.

Il problema va capito, se anche non perdonato. La sicurezza dei passeggeri va garantita e ogni atto di violenza va perseguitato e punito con i mezzi che la legge mette a disposizione. Ma da qui a chiamare a bordo i militari? Mi va di mezzo ancora il mondo. Ne ho parlato stamattina in stazione con il sindacalista Christian Tschigg. Non ha voluto insistere. Però, che la situazione è seria e sta deteriorando, l’ho capito parlando con capitreno, controllori e varie rappresentanti sindacali che appunto per oggi erano scesi in uno sciopero di protesta. Ho sentito tante lamentale, non solo lamentele per il teppismo dilagante, ma pure per le condizioni di lavoro, del fatto che personale sudtirolese per le ferrovie non se ne trova e tante altre. E ho sentito anche quella simpatica storia di cui all’inizio. Voglio dire: stiamo attenti ai pregiudizi. I due marocchini sul treno di Merano li hanno sfatati.

Foto: Sindacalisti e ferrovieri in sciopero alla stazione di Bolzano.

Florian Kronbichler


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