Florian
Kronbichler


Per una legge elettorale veramente autonomistica e democratica

Saluto con soddisfazione l’iniziativa presa da tutti i gruppi di opposizione in Consiglio provinciale di richiedere con una mozione al Parlamento una legge elettorale davvero democratica per l’Alto Adige. Con l’affondamento del cosiddetto „Tedeschellum“ nella commissione parlamentare l’8 giugno 2017 è caduta anche la parte riguardante il Sudtirolo, che aveva il sostegno della sola SVP. Di più: è stato proprio questo “capitolo altoatesino” che ha fatto naufragare la legge. Era infatti così scandalosamente costruito a immagine e somiglianza della Svp che la maggioranza del Parlamento, compresi settori della maggioranza, gli hanno votato contro.

Adesso bisogna scrivere una nuova legge elettorale. Compresa la parte che interessa l’Alto Adige. Vogliamo cogliere l’occasione per fare una proposta concreta che renda onore sia al principio della tutela delle minoranze sia al principio della democrazia. E’ possibile rispettarli entrambi in una norma che rispetti la specialità della nostra provincia senza violare i principi democratici.

La proposta riguarda l’elezione della Camera dei Deputati e consiste nel prevedere un unico collegio elettorale per l’Alto Adige (e naturalmente per il Trentino anche un collegio proprio) nel quale i/le rappresentanti che spettano alla nostra provincia (5 o 6 se venisse mantenuta la distribuzione delle ultime elezioni) vengano eletti/e con un sistema proporzionale puro. In questo collegio provinciale unico concorrerebbero diverse liste in forma autonoma rispetto al quadro nazionale: l’elezione sarebbe giocata solo sui risultati provinciali (e questo proprio nel rispetto della “specialità” della nostra autonomia).
L’elettorato altoatesino è abituato a pensare alla politica sulla scala dell’intera provincia. Si vota così anche il Consiglio provinciale. L’argomento di chi difende la divisione della provincia in diversi collegi uninominali è quella che così i/le rappresentanti eletti/e avrebbero maggior legame con il territorio. Ma il Sudtirolo è una provincia abbastanza piccola perché anche un deputato o una deputata eletta in un unico collegio provinciale possa sentirsi legato/a al proprio territorio! Non fanno lo stesso /le consiglieri/e provinciali?

In realtà la scelta di collegi uninominali è unilaterale e volta a favorire un solo partito: la Svp. Con questo sistema i diversi candidati e candidate Svp possono anche risparmiarsi di fare la campagna elettorale, poiché collegio per collegio hanno l’elezione garantita e non debbono neanche affrontare la concorrenza interna al partito, poiché sono soli sulla lista e senza che l’elettorato possa esprimere voti di preferenza.
Un solo collegio elettorale provinciale è invece più normale per l’Alto Adige, più democratico e tutela di più le minoranze. Per i più piccoli, siano partiti o gruppi linguistici, il sistema proporzionale è sempre il più garantista. Il sistema maggioritario – lo dice il nome – avvantaggia solo la maggioranza, cioè il più forte. Di solito viene introdotto “per garantire la governabilità”, ma quale governabilità si deve garantire in Sudtirolo in occasione delle elezioni parlamentari? Queste sono solo scuse.
Una soglia di sbarramento sarebbe possibile anche in un collegio unico provinciale, ma totalmente superflua. Già il piccolo numero delle persone da eleggere (5 o 6 mantenendo la distribuzione del 2013) costituisce una “soglia naturale”.

Con un unico collegio provinciale, ove concorrerebbero diverse liste senza necessariamente essere legate a liste nazionali, potrebbero invece essere reintrodotti i voti di preferenza per i candidati e le candidate di ciascuna lista. La richiesta c’è: essendo presente un partito largamente dominante, moltissimi elettori ed elettrici sudtirolesi si riprendono la libertà di voto proprio scegliendo i propri preferiti e preferite all’interno della lista. Per molte persone il voto di preferenza rappresenta tradizionalmente l’unica reale “libertà di voto”.

Una parola sul Senato: qui dovranno restare i 3 collegi, poiché previsti dalla norma di attuazione del Pacchetto n. 111.

Una “legge elettorale per l’Alto Adige” costruita nel modo che abbiamo descritto incontrerebbe un largo consenso nella popolazione e consentirebbe anche ai rappresentanti della Svp a Roma di recuperare maggior rispetto e un nuovo spazio di manovra. Potrebbero infatti uscire da quell’antipatico ruolo dei ricattatori politici nel quale si sono cacciati per imporre in tutti i modi la “loro” legge elettorale, arrivando a minacciare di far cadere il Governo. Dovrebbero accorgersi che hanno finito di essere strumentalizzati nell’attuale conflitto politico a Roma. Lo scalpitante Matteo Renzi infatti usa la posizione ricattatoria della Svp come scusa per non fare nessuna nuova legge elettorale. Il danno per la democrazia e la Repubblica italiana, che ne potrebbe derivare, colpirà anche il Sudtirolo.

Florian Kronbichler
deputato dei Verdi sudtirolesi e di MDP


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