Florian
Kronbichler


Le barriere non sono solo architettoniche

Sono intervenuto in Aula a nome del mio gruppo parlamentare sia in discussione generale che in dichiarazione di voto finale sul disegno di legge per “l’abbattimento delle barriere architettoniche” fustigando chiedendo scusa ai cittadini dell’inerzia del Parlamento in merito. Qui il riassunto del mio intervento.

La relatrice, la collega Chiara Braga, ieri in discussione generale ha cercato di onorare il progetto di legge con un nobile riferimento. Ha scomodato la giornata internazionale dell’abbattimento delle barriere architettoniche che cadeva il 1° ottobre, domenica, definendola una felice coincidenza.

Apprezzo il senso della simbologia della collega, ma
ad onore della onestà e della correttezza mi sento in dovere di anteporre alle mie spiegazioni una prosaica precisazione: Non offriamo, con questo provvedimento quanto il titolo “Disposizioni in materia di abbattimento delle barriere architettoniche” cerca di far credere. Non contribuiamo con esso a togliere o anche solo a mitigare qualche problema a portatori di handicap.

Non togliamo nessuna ulteriore barriera architettonica. Istituiamo, siamo seri, solo una Commissione. E la istituiamo tardi, troppo tardi. Questa proposta di legge era approdata in parlamento il 16 ottobre del 2013, ovvero a legislazione appena iniziata. Si conclude ora, alla fine della legislatura.
Ha subito un blocco di 4 anni. Ho posto in merito una interrogazione al ministro infrastrutture e trasporti Delrio, dal quale attendo spiegazioni nel question-time in Commissione Ambiente, giovedì dopodomani.

È il contrario di una pagina di gloria per la cronaca della legislatura. Il motivo del ritardo quadriennale è dovuto ad una semplice negligenza burocratica. Una cosiddetta relazione tecnica, richiesta ma totalmente inutile, fu data dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporto (con bollinatura della Ragioneria Generale dello Stato) appena il 7 giugno 2017.
Fu una relazione tanto difficile e complessa la cui elaborazione richiedeva o giustificava quattro anni?

Per niente, anzi. È stata manifestamente inutile la richiesta di una relazione tecnica del governo. E manifestamente colpevole è il ritardo con cui la relazione di poco più di una sola cartella è stata prodotta.

Ci sarebbe per una volta tanto il caso di chiedere scusa a tutte le persone vittime delle barriere architettoniche e bisognose del loro abbattimento: li abbiamo fatti aspettare senza che gli avessimo dato una spiegazione. L’abbattimento delle barriere architettoniche è una ovvietà di ogni civiltà moderna. Non è una generosità concessa ad una minoranza chiamata handicappata. La situazione non è degna di uno stato moderno.

Si stima, infatti, essere oltre tre milioni i cittadini italiani che quotidianamente sono costretti a limitare la propria mobilità a causa di ostacoli o impedimenti permanenti, ed in alcuni casi più gravi vi sono persone che sono di fatto costrette a rimanere recluse nella propria abitazione;

Per quanto riguarda le scuole da un censimento effettuato dal MIUR emerge che solo il 15% degli edifici scolastici si sono dotati di una pedana elevatrice, solo il 33% è dotato di ascensore che consenta l’accesso ai disabili, il 51% è dotato di percorsi interni a norma, e il 30% degli edifici scolastici è privo di servizi igienici appositamente attrezzati;

Il conteggio è dell’Istat, quindi ufficiale. Ma non importa. Tutti ci troveremo di fronte a barriere architettoniche invalicabili o valicabili solo con sforzi inesigibili. Con l’età, ci avvertì ieri la collega Binetti, “con l’età diventiamo tutti disabili”. Per dire: La legge parla a tutti noi. Quindi, per non far perdere altro tempo, a nome di “Articolo Uno – Movimento democratico e progressista” annuncio il voto a favore del disegno di legge, sperando che il Senato poi non vanifichi lo sforzo tardivo.


Flor now
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