Legge elettorale – al danno la beffa.
Questa legge elettorale è uno self-service spudorato della Große Koaltion del PD di Renzi con il centrodestra di Berlusconi e Salvini e la SVP da convitato di pietra (se fa la brava, ma non c’è da dubitarne). È una legge di non-elezione. Con un voto unico l’elettore ha da dire sì o no a quanto i partiti gli passano per candidati. Di preferenze neanche a parlare. Per quanto al Sudtirolo, non è una legge a tutela della minoranza linguistica, ma una legge a tutela del partito di minoranza linguistica. Allo Stato non importa della democrazia in Sudtirolo, gli basta assicurarsi i suoi voti.
La legge, dovesse passare i voti di fiducia, è come una spedizione punitiva di PD e SVP nei confronti di chi in estate ha coadiuvato ad affondare il cosiddetto tedeschellum. A quel danno ora si è aggiunta la beffa:
– non essendo più alcuno scorporo, i voti del primo partito, da noi la SVP, fra uninominali e proporzionali saranno contati doppiamente per intero (in passato solo parzialmente);
– la soglia del 20 percento in regione (che sono 40 in provincia) per essere in quanto partito rappresentante della minoranza linguistica dispensato dal 3 percento nazionale, non solo non sarà abbassato, come da me proposto;
– viene rafforzata da una seconda norma di garanzia, cosicché nessun altro partito, ma proprio nessuno si possa erigere a rappresentare mai una minoranza.
Al costo di futura lealtà alla presunta maggioranza, la Volkspartei si è ripresa la pretesa di rappresentante unico della minoranza linguistica sudtirolese. La mia elezione, nel 2013, a primo parlamentare sudtirolese di lingua tedesca al di fuori della SVP, ha da rimanere un incidente di percorso.
Infine, il governo, ponendo su pressione del suo partito di riferimento la fiducia sulla legge elettorale, sta compiendo un grave attacco alla Repubblica parlamentare e alla sua Costituzione.