Florian
Kronbichler


Ladini e non solo

Settimana parlamentare all’insegna dei ladini. Di fatti, sull’ordine del giorno di questo lunedì pomeriggio la “legge ladina” dal titolo: “modifiche allo Statuto speciale per il Trentino Alto Adige/Südtirol in materia di tutela della minoranza linguistica ladina”. Essendo io intervenuto in merito già due volte e avendo già spiegato in lungo e in largo pregi e difetti del provvedimento, ha approfittato oggi del tempo a disposizione per spiegare in Aula quanto di più si sarebbe potuto fare.

Ho chiamato la “legge ladina” un esempio da “occasione persa”. Persa perché? Perché non si attua una legge costituzionale a ogni singola occorrenza e non una riforma dello Statuto di autonomia a ogni stagione. Detto questo e prendendo lo spunto dalle proposte presentate dai colleghi Riccardo Dello Sbarba e Laura Polonioli in sede della Convenzione/Konvent per la riforma dello Statuto di Autonomie ho evidenziato i seguenti punti dolenti, quindi da riformare della nostra autonomia:

  • Nuove minoranze: bisogna prendere atto dell’emergere di “nuove comunità minoritarie, dovuto ai fenomeni migratori;
  • Scuola plurilingue: rendere possibile la libertà di scelta affiancando alla scuola in madrelingua (che non viene messa in discussione) l’offerta aggiuntiva di una scuola plurilingue da frequentare su base volontaria;
  • Dichiarazione di appartenenza linguistica: rendere libera la scelta sul momento in cui fare la prima dichiarazione linguistica, garantendone l’immediata validità;
  • Clausola di residenza: l’attesa di quattro anni di residenza prima di ottenere il diritto di votare è una norma obsoleta e lascia senza diritti chiunque venga da fuori e provoca frustrazione al primo impatto con l’autonomia;
  • Proporzionale etnica più flessibile: la proporzionale ha dispiegato il proprio effetto nella maggioranza dei settori pubblici e spesso crea difficoltà all’efficiente funzionamento dei servizi;
  • Lingua ladina: introdurre la possibilità che all’interno dei consigli comunali e del Consiglio provinciale e regionale di parlare in ladino;
  • L’autonomia dentro le autonomie: La concentrazione nella sola Provincia di tutti i poteri trasferiti dallo Stato crea centralismo e produce un deficit di democrazia. Ci vuole il trasferimento di certi poteri dalla Provincia verso il basso (comuni e singoli cittadini);
  • Norme di attuazione: maggiore trasparenza nell’iter della loro elaborazione all’interno delle commissioni paritetiche (dei sei e dei dodici) e un chiaro mandato democratico;
  • Il TAR di Bolzano: fine della nomina esclusivamente politica della totalità dei giudici del Tribunale amministrativo di Bolzano (4 da parte del Governo e 4 da parte del Consiglio provinciale di Bolzano. Almeno in parte (cosiccome a Trento) devono essere nominati per concorso fra i magistrati di carriera.

Ecco alcuni suggerimento, dei quali – me ne sono accorto con soddisfazione – il sottosegretario alla questioni regionali, Gianclaudio Bressa in rappresentanza del governo, ha preso nota con attenzione. Il voto definitivo sulla “legge ladina” si avrà in settimana.

Florian Kronbichler

 


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