Partendo da Trento
Partito in treno la mattina da una Strasburgo primaverile e attraversato Svevia, Baviera e Tirolo sotto un intempestivo manto di neve, ho raggiunto Trento in serata. È valsa la pena. Il sempre premuroso Gianco, coordinatore in passato di Sinistra Ecologia Libertà e ora di “Articolo Uno – movimento democratici e progressisti”, aveva invitato ad un colloquio informale fra compagne e compagni del movimento in fase di costituzione. Una iniziativa riuscita sotto tutti i punti di vista. Compagni nuovi che non conoscevo, altri che per motivi vari avevano abbandonato l’impegno politico e ora attratti dal nuovo soggetto in fieri, e – in maggioranza – compagni che hanno lasciato il Partito democratico per aderire assieme a loro dirigenti di riferimento nazionale (Bersani, Speranza ecc.) e agli ex-SEL al movimento di Articolo Uno.
Felice anche la scelta del posto d’incontro: non in una sterile “sede di partito”, ma nel calore di una antica cripta, riciclata in circolo gastronomico, del centro storico. È il “Don Chisciotte” gestito dal compagno Elio. In tempi remoti fu la sinagoga di Trento e il posto ove si consumò, secondo legenda, il tragico caso del “Simonin di Trento”. Ineluttabile che storia e nome del luogo d’incontro stimolavano a tracciare parallele con l’attualità. Parlavamo sul da fare. Idee e voglia d’impegno non mancano. Ciò che mi ha fatto più piacere, resuscitando un mio cliché riguardo alla geografia politica del Trentino: È riapparsa la Rovereto capitale della sinistra trentina, con compagni che non si vedevano da tanto. Che Articolo Uno – Movimento democratici e progressisti sia la fiaccola di nuove speranze?