Florian
Kronbichler


È il destino del buon gregario

Primo: L’elettore ha sempre ragione. È una verità non certo filosofico-morale, ma politica. In democrazia abbiamo deciso che sia così e a seconda se uno vince o perde, la massima ci può piacere o no. Si proibisce, quindi, ogni insulto agli elettori. Lo sfogo del “Nur die dümmsten Kälber wählen ihre Metzger selber” (solo i vitelli piú sciocchi si scelgono i loro propri macellai), è tanto diffuso quanto cinico. È l’atteggiamento di chi non sa perdere e non vuol capire che i voti, a differenza delle azioni, non si pesano, ma si contano.

Pazienza. La lista di “Sinistra – die Linke”, a sostegno della quale in questa tornata elettorale ho tradito i miei Verdi, è finita sonoramente battuta. Un misero uno e mezzo percento! Prima (in alto a sinistra) sulla scheda elettorale, che a me superstizioso sembrava di buon auspicio, è finita ultima di tutte le liste in competizione. Insomma, a parte i candidati stessi, loro parenti e qualche simpatizzante di circostanza, non l’ha trovata nessuno. Peccato, e ritenere la batosta una immeritata ingiustizia dev’essere permessa a chi l’ha subita.

Comprendo l’amarezza che traspare dal commento scritto a caldo da Guido Margheri, testa ed anima oltre che capolista di “Sinistra” e condivido in pieno la sua analisi. Ci siamo addossati forse troppi pesi sulle nostre spalli esili: invece che giocare intelligenti concentrandoci sul buon andamento della propria lista, ci siamo illusi di doverci occupare di qualcosa di più grande di noi: del destino di Caramaschi, appunto, del centrosinistra, della governabilità della città.

L’obiettivo fu nobile, e per quanto lo si possa giudicare a prima tappa conclusa, fu anche raggiunto. Abbiamo contribuito in modo determinante a portare Renzo Caramaschi alle elezioni primarie del Partito democratico e a fargliele vincere. Poi, a sostenerlo convintamente e anche generosamente in campagna elettorale, è costata parecchia frustrazione a compagne e compagni che per convincimenti politici avrebbero preferito ben altra radicalità. Per dirla in chiaro: in nome dell’evidente emergenza democratica in cui abbiamo visto versare la città, abbiamo ritenuto di doverci negare alla nostra naturale vocazione d’opposizione e di “dare una mano” a chi ce lo chiedeva ed eravamo convinti lo meritasse.

Resto sicuro che il candidato sindaco Renzo Caramaschi ha tratto profitto dal sostegno di “sinistra” più di quanto non lo esprima il mero numero dei voti apportati. Ci siamo prestati a fargli da gregari, leali e sicuramente utili, forse indispensabili. E poi, la corsa del campione è dura e ancora non è finita, e il merito del gregario – destino ingrato! – va giudicato esclusivamente sul successo del caposquadra. È Renzo Caramaschi. Per intanto, l’abbiamo portato “in posizione”, per dirla in gergo ciclistico. Ora gli copriremo lo sprint finale fino al traguardo. Speriamo che si concluda in trionfo. Così è valso il sacrificio.

Florian Kronbichler

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