Florian
Kronbichler


Dall’Olimpia alla maternità surrogata

Mi scuso con la mia facebook-community, ma mi è materialmente impossibile, per motivi di tempo, farvi partecipi di quanto io posso/devo seguire in questi giorni qui al Consiglio d’Europa. Pure ora, in questo momento, sto preparando un mio intervento (di 1 minuto) da rivolgere al presidente del Comitato Olimpico Internazionale (IOC) Thomas Bach. Gli voglio chiedere quante città prestigiose (dopo Amburgo, Los Angeles, Monaco, Roma …) debbano ancora rifiutarsi di ospitare giochi olimpici perché i “signori dei cerchi” vogliano cogliere le avvisaglie dei tempi: che i giochi sono percepiti più un disturbo che una opportunità dei cittadini; che volentieri fanno a meno della gigantomania e della commercializzazione di quanto viene propagato “festa della gioventù” e “riunione dei popoli”; se non sarebbe ora, citando Alexander Langer, di convertire il motto olimpico del “citius, altius, fortius” in un più umano, sostenibile “lentius, profundius, suavius.

E già mi devo attualizzare: il signore dei cerchi (Bach) è partito. Ha tenuto il suo discorso (enfatizzando il ruolo pacificatore, emancipatore, risanatore, blablabla), ascoltato i primi tre interventi dei gruppi politici e via. Olimpicamente scappato. Vengo in ritardo, apparentemente non sono a livelli olimpici.

Mi devo complimentare invece con Francois Hollande. Il presidente francese è venuto qui ieri tenendo un grande discorso (purtroppo contraddice i suoi bei discorsi con fatti mediocri se non peggio). Ha parlato di sicurezza e diritti, questioni attualissime, e a differenza del presidente olimpico: si è fermato a sentire gli interventi dei parlamentari, una ventina, dei quali alcuni severi, rispondendo a tutti.

Le pause fra le sedute (dell’assemblea, delle commissioni e dei gruppi politici) sono regolarmente riempite con incontri alcune protocollari (noise, tipo rappresentanti diplomatici), alcune però anche interessanti e utili. Ieri dopo pranzo, con la delegazione italiana ho avuto la fortuna di incontrare la madre di Valeria Soresin, la ragazza veneziana morta nell’attentato terroristico di Parigi questa primavera. Toccante, come questa madre, insegnante in una scuola serale, è riuscita a rielaborare il dramma personale senza perdere forza e fiducia nel suo impegno sociale.

Questo pomeriggio avremo ospite il ministro degli esteri turco e ci saranno domande serie. Domattina sarà il turno di Frank Walter Steinmair, capo della diplomazia tedesca.
La cosa più importante, e più impressionante pure, è però stata ieri pomeriggio: la discussione e il voto sulla tutela dei bambini da maternità surrogata. È una questione che tante e tanti cercano di rimuovere, ma non è possibile e non permesso chiudere gli occhi di fronte ad un fenomeno che esiste. È una realtà, e la politica se ne deve occupare.

Mi sono esplicitamente complimentato con la relatrice Petra De Sutter, parlamentare verde del Belgio, di professione ginecologa. È una nota sostenitrice della maternità surrogata (che io non sono), ma ha preparato una mozione che si riferisce esclusivamente ai diritti dei bambini nati da tale rapporto controverso. Il dibattito fu controverso come è controversa la questione, e in parte incandescente e scorretto. Gli strenui oppositori della surrogata attaccarono la relatrice e i suoi sostenitori (fra essi tante sostenitrici) di abusare dei bambini per loro vero obiettivo che sarebbe la legalizzazione della maternità surrogata. Per me, si tratta di una insinuazione indebita. Ho votato a favore dell’iniziativa – che però con 78 voti contro 83 non è passata. La questione è tanto delicata e tanto importante che mi riservo di tornarci sopra appena il tempo me lo permette. Scusate.

Nella foto: Petra De Sutter, fortiter in re, suaviter in modo. È ripetutamente bersaglio di attacchi violenti per la sua posizione pro materinità surrogata.

Florian Kronbichler

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