Meglio essere ottimisti
In serata, da Ankara arrivato a Istanbul. E chi mi riceve? Sì, lui. Erdogan, il presidente turco che domani, col referendum costituzionale, vuol farsi promuovere a uomo solo al comando di 80 milioni cittadini. Mi ha accolto in immagini gigantografiche all’aeroporto Ata Türk, mi ha accompagnato su trasparenti, bandierine, manifesti, gadget per tutte le strade, vie e vicoli lunghi 30 chilometri fino al centro di questa città, bellissima se non fosse tappezzata, quindi nascosta dietro l’effige multimediale del suo sultano in fíeri.
Ora me lo trovo davanti alla finestra del mio hotel, in Piazza Taksim. Gli ho fatto un innocuo scherzetto (vedi la foto). Mi perseguita – lui e il suo invadente invito, anzi comando di dire “Evet” overo Si! domani al referendum. Ho smesso, dopo due giorni da “osservatore elettorale” di chiedere dove fossero i “hayir”, i No degli oppositori. Semplicemente non ci sono. Sui canali TV, me lo conferman i signori del monitoring , il rapporto fra le apparizioni di Erdogan e degli oppositori, tutti insieme, in campagna elettorale fu di 28.000 minuti contro 2.760, insomma 10 a 1. E le facciate dei palazzi privati sono sue per intere.
Che risultato, quindi, ci attenderà, domani dopo le 5 di sera? Al ristorante ho trovato un inguaribile ottimista: Vedrai, mi disse, “vedrai che questa overdose di Evet si scoprirà un bumerang. Ci siamo stufati!” Mi ha convinto. Meglio essere ottimisti. Con questo proposito vado a letto. Domattina, ore 7 aprono le urne. Buona pasqua! E restiamo ottimisti!