Qui torna la storia.
Qui non c’è più da scherzare, qui va di mezzo la democrazia. Ormai ogni banalità presta il pretesto: Questa volta fu un innocuo ordine del giorno: “Ratifica ed esecuzione di un accordo fra le Repubbliche di Albania, Grecia e italiana su un progetto di Pipeline. Roba da ordinaria amministrazione, e forse perché stufati, i grillini (sì, riprendo a chiamarli tali, perché come tali si comportano) hanno cercato l’escalation.
Un battibecco con la presidente di turno, qualche fraintendimento premeditato, la presidente – forse – incorre in un errore di forma, ed ecco che quelli hanno il pretesto per la “resistenza”. Così la chiamano.
I grillini si alzano dai banchi dell’Aula, scendono gli scaloni, si avvicinano al banco del governo dove sta seduto, solo solo ed intimorito, il ministro per i rapporti col Parlamento Dario Franceschini, loro si stringono attorno, i primi si siedono vicino, volano parole grosse – fascisti! – anche qualche minaccia e forse spintone, i commessi si buttano in mezzo, fanno muro, ma lo show che avevano cercato, l’hanno già avuto.
Mani in alto, da vittime e all’insegna della finta resa, si ritirano sugli spalti, tutti attaccati ai telefonini per twittare la gloriosa impresa. Tenore dei messaggi: altra foto e altro titolo di prima pagina conquistati!
Per me, la cosa non è più allegra. Solo chi non sa niente della storia, vi può vedere una bravata o, come lo chiamano loro, un atto di “resistenza”. Stiamo all’erta!
Florian Kronbichler