Florian
Kronbichler


Democrazie dirette – civile e religiosa

Sabato di democrazia diretta. La mattina al Filmclub i vent’anni della “Iniziativa per più democrazia”, da mezzogiorno in fiera al Forum del Sinodo diocesano. Due mondi all’apparenza così lontani fra di loro, eppure: vicini nell’intento. Ambedue non si rassegnano a stare alle gerarchie sopravvenute, i primi a quelle politico-istituzionali, i secondi a quelle ecclesiastiche. Sono movimenti di base, l’uno politico, l’altro religioso, e ciò che li accomuna è il disagio nei confronti dei rapporti di potere esistenti.
Stephan Lausch, fondatore e animatore dalle forze apparentemente inesaustive della “democrazia diretta”, oggi faceva il profeta rassegnato. “Vent’anni di lavoro”, esordì, “e non abbiamo raggiunto niente.” Sembrava volesse annunciare la capitolazione. Ma era un trucco drammaturgico. Stephan non smette, cambia verso. La democrazia diretta, da ora in poi non sarà più l’obiettivo del movimento, ma un suo strumento per approdare a nuovi orizzonti, fra i quali quello di una “confederazione alpina” è solo uno. Di sorprese, Stephan ci ne regalerà ancora.
In fiera, al Forum del sinodo diocesano, un aria da Social forum mondiale – un simpatico mix fra pellegrinaggio e sagra paesana. Partecipazione impressionante, e ciò non solo in senso quantitativo. L’intensità e il livello culturale del dibattito devono far invidia a qualsiasi organizzazione politica. Ho tratto l’impressione di una discussione ovviamente solidale (ci mancherebbe, fra cristiani!), ma assolutamente libera. Ciò che mi fatto più impressione: La chiesa sudtirolese (e varrà pure per altre chiese locali) sarà delle donne.
Il vertice ecclesiale non sarà più in grado, ammesso che lo voglia, di frustrare ulteriormente la voglia d’impegno delle donne. E l’impegno femminile – ne davano prova i tanti interventi – non è più disposto ad “accontentarsi” dei cosiddetti lavori umili in chiesa. Chiedono il sacerdozio, chiaro e in tanti. Se anche il vescovo Ivo Muser , alla vigilia di questo “concilio diocesano” ha cercato di spegnere le attese della base, rinviando alla “non competenza” in merito, il segnale dato è inconfondibile e non può non aver effetto: la base della chiesa diocesana vuole riforme. E l’esclusiva del sacerdozio maschile sarà la prima ad essere preso sotto fuoco.

Florian Kronbichler

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