Florian
Kronbichler


A. Langer. Del “non ce la faccio più”

 

È stata una bella festa. Sì, dico festa. La cerimonia in ricordo del ventesimo anno della morte di Alexander Langer, ieri al Parlamento europeo, non era l’ennesimo funerale (verde), ma un variopinto ricordo dei meriti dell’uomo che fu e una serena presa d’atto dei pesi di chi si fa propri le vicissitudini dell’umanità. Ci sono state delle intense riflessioni sulla “eredità” dell’uomo e del politico Alexander Langer da parte del presidente del Parlamento Europeo, molto autocritico, del ministro italiano degli Esteri Paolo Gentiloni, che di Langer quasi parlava da “compagno di percorso”, della vicepresidente del Bundestag tedesco Claudia Roth che del Langer morto è considerata nientemeno che la Maddalena del Gesù (però, a sorpresa dei più ieri non ha pianto).

Come accade, quando parlano in più e niente è concordato, le ripetizioni sono inevitabili. Ieri è successo ad Adriano Sofri e a me. Senza che ci fossimo messi d’accordo, tutti e due abbiamo preso di mira l’autosfruttamento, sistematico e fatale, del defunto e la lezione che il politico di oggi ne dovrebbe trarre. Sofri l’ha fatto molto meglio di me, ovviamente. Io allego qui il mio intervento. L’ho tenuto in tedesco, e fra poco sarà disponibile anche in italiano.

Una aggiunta ancora: Ha partecipato alla commemorazione per Alexander Langer anche il Landeshauptmann Arno Kompatscher. Lo considero un gesto nobile, un segnale di riconoscimento e di pacificazione del Sudtirolo con un grande della sua storia.

Florian Kronbichler

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