Florian
Kronbichler


TTIP: Renzi, non umiliarci!

Il mio intervento in aula il 30 marzo 2016 a nome di SEL

 

Ritengo la posizione del governo Renzi in proposito del Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimento, meglio noto sotto l’acronimo TTIP

sbagliata, preoccupante e offensiva nei confronti di chi la pensa diversamente e in fin fine della verità . È semplicemente velleitario ciò che si permette di sostenere nella Relazione che ci ha fornito. Si arroga di dire che l’intera Unione Europea sarebbe a favore, anzi che premerebbe a firmare l’accordo il più presto possibile.

 

Per dire tutta la verità, il governo auspica nel testo della sua relazione che il TTIP si sarebbe firmato già entro l’anno passato.. Lo so, di chiudere il TTIP entro la fine di quest’anno, è l’interesse dell’amministrazione americana. Perché il presidente Obama, che alla fine dell’anno non sarà più il presidente, ce l’ha come un punto cardine nel suo programma. Crede di dover coronare la torta della sua presidenza con la ciliegina del TTIP a cui ha investito tanto della sua per il resto scarsa politica europea.

 

E chiudere il TTIP è apparentemente pure l’interesse del governo italiano. Di sicuro non lo è di importanti paesi della Comunità europea, quali la Francia, la Germania, la Danimarca, l’Austria e neanche dei Paesi bassi che al momento detengono la presidenza dell’unione. In tutti questi paesi non solo si sono viste e si vedono tuttora grandi manifestazioni, piazze piene e firme illustri, ma pure i parlamenti se non proprio contrari, molto, ma molto scettici e in ogni caso decisi a chiedere più trasparenza e miglioramenti di contenuto.

 

Il nostro governo commette un perfido falso – mettendo in bocca al premier olandese ciò che in verità è la posizione e il desiderio del nostro presidente del Consiglio Matteo Renzi. È semplicemente velleitario ciò che il nostro governo presenta in questa sua relazione come la posizione italiano di fronte al TTIP. Sta scritto, testuale:

“L’accordo ha l’appoggio totale e incondizionato del governo italiano, che sperava in una sua conclusione entro la fine del 2015.”

 

“Appoggio totale ed incondizionato”. Nessun altro governo europeo, eccetto forse qualche governo poco democratico dell’Est, si permette oggi di dar del TTIP un giudizio altrettanto spudorato. Purtroppo, e premier Renzi se ne rallegrerà, l’opinione pubblica italiana non dimostra oggi la sensibilità come la cogliamo in paesi del centro e nord Europa nei confronti dei lati problematici degli Accordi quali TTIP e CETA. Nessun rappresentante di governo di quei paesi si potrebbe permettere di parlare di “appoggio totale e incondizionato”.

Provocherebbe un sussulto nella popolazione. L’espressione del premier Renzi, oltre che presuntuosa, è anche offensiva nei confronti di tanti gruppi, movimenti, iniziative che per quanto piccoli, si impegnano in senso contrario. Noi, ostentando questa posizione subalterna, a-critica, succube dell’America, non affatto facciamo buona figura di alleato solerte e leale, ma della solita Italietta che per farsi amare, con i Grandi tratta sulle ginocchia. Di fatti, nel frattempo pure il presidente della Commissione UE si sente in dovere di far marcia indietro e di porre delle condizioni. La condizione di maggior trasparenza in primis.

 

Il nostro governo, nella sua Relazione sulla politica europea, straparla a proposito del TTIP, di “vantaggi commerciali per tutti, per l’economia EU in generale, per i consumatori, gli imprenditori, le PMI e i paesi più poveri. Straparla di “impegno di politica commerciale per la promozione dei valori europei nel mondo, e mente, in fine, sulla “trasparenza e la responsabilità”. Oltre tre milioni di cittadini europei hanno espresso con la loro firma autenticata la convinzione che è vero il contrario.

 

E veniamo alla benedetta, bistrattata trasparenza. Il governo, nella sua relazione programmatica, mette al primo punto – cito: “l’intenzione della Commissione europea di consentire l’accesso ai documenti negoziali ai parlamentari nazionali”. Avesse il governo almeno il pudore di sottacere questa “intenzione”. Il gioco a nascondiglio intorno ai contenuti dell’accordo TTIP è semplicemente offensivo per uno stato democratico.

Il presidente del Bundestag Norbert Lammert già l’anno scorso ha posto la condizione che almeno i parlamentari del suo paese potessero prendere visione degli atti, minacciando che altrimenti non avrebbe neanche portato al voto l’articolato.

 

Due mesi fa, al Bundestag di Berlino fu installato una unica “box di lettura”, una specie di cabina elettorale, chiamata “sala lettura” dove i membri del Bundestag possono prendere visione dei testi. La procedura è una unica farsa. Il parlamentare si deve presentare da solo, deve consegnare qualsiasi strumento di lavoro, sia manuale che digitale. Non deve fare copie né prendere notizie e firma di osservare il divieto di parlarne ad altri.

I parlamentari e i media, unisono, parlano di farsa, e più che fugare i sospetti, la “trasparenza” permessa, contribuisce a confermare e a rafforzare tutte le riserve già esistenti. Un accordo bilaterale che ha bisogno di tanta segretezza non può che suscitare sospetti e provocare l’opposizione.

Qui, nel nostro paese, non siamo ancora arrivati nemmeno allo status di pseudo-informazione della Germania. La Commissaria Europea al Commercio Cecilia Malmström, il dicembre scorso in audizione alle Commissioni Esteri e Politiche europee di Camera e Senato, su mia precisa domanda ha promesso che una “sala di lettura” sarebbe stata messa a disposizione pure per i parlamentari italiani.

Il Governo, si sente dire, “avrebbe l’intenzione di installare tale cabina al Ministero degli esteri. È da natale che io e colleghi del M5S stiamo ripetutamente chiamando la Farnesina su se fosse finalmente possibile andarci a vedere i documenti TTIP. Niente. Continua ad esserci negato.

Il mio ultimo tentativo di ottenere informazioni in merito risale a questa mattina. Al nostro ministero degli esteri non si muove niente. Anzi, nel frattempo neanche più la domanda. Se questo parlamento ha un resto di orgoglio e di autostima, non si accoda al “appoggio totale e incondizionato del governo” a questo TTIP.

Faccio appello a questo parlamento e a ogni singolo parlamentare: Non facciamoci filare questo TTIP a scatola chiusa. I cittadini e noi parlamentari in loro rappresentanza abbiamo il diritto a sapere. Non ci lasciamo umiliare.

Florian Kronbichler

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