Florian
Kronbichler


Caro Presidente Napolitano,

La ringrazio della lettera che Lei oggi ha dedicato alla questione dei profughi e alla presunta futura “chiusura” del confine del Brennero. È una bella lettera che non posso immaginarmi rimanga senza effetti. L’intero Sudtirolo, ne sono certo, Le è grato, Signor Presidente, per quanto Lei dice sulla specialità del confine del Brennero, del suo carattere simbolico per il superamento di confini nazionali e per come Lei lo ricorda al Suo collega amico presidente Heinz Fischer.

Non avrebbe potuto partire da pulpito più autorevole il monito all’Austria di recedere dai passi da essa annunciati, fra questi l’innalzamento di un recinto, il ripristino dei controlli di persone e merci nonché la militarizzazione di un confine che ritenevamo superato. Non c’è maggior credibilità di quella sostenuta dall’esempio personale. È stata Lei di persona, nel 1992, assieme al Suo omologo austriaco e ai governatori delle due parti del Tirolo, a sollevare la sbarra di confine, facendo del confine del Brennero un simbolo di ponte e di ricongiunzione invece che di divisione.

È pure coraggioso da parte Sua, ricordare all’Austria che la costruzione del traforo di base sia da considerare una “storica svolta per la pace e il comune progresso economico e civile”. Nessun altro politico è legittimato come Lei di usare parole tanto chiare e pure scomode nei confronti di un paese amico. Trae la legittimazione dalla Sua stessa biografia. ChiamarLa il padrino del Brennero libero non è patetico.

Lei, caro Signor Presidente, ci richiama nella Sua lettera “a non tornare indietro”. Intendo indietro a confini presidiati, controllati e a comunità separate. Insomma, ci mette in guardia da un ritorno a tempi pre-europei.

Eh, l’Europa! Non lo devo ricordare a Lei: il Brennero non sta solo al centro della grande Europa. Sta anche al centro di una piccola entità dal nome Euregio. È il sodalizio, transfrontaliero, delle regioni Trentino, Alto Adige e Tirolo. Perché, in questo momento di crisi politica ed umanitaria dell’Europa, non dovrebbe toccare a questa piccola Europa alpina, Euregio appunto, un ruolo di deus ex machina nella gestione del dramma dei profughi. L’Euregio che nel suo piccolo assolverebbe a doveri che l’Europa intera si dimostra incapace o nolente di assumersi.

Il Brennero, nella generale, deplorevole tendenza di richiudere i confini interni all’Europa, deve essere trattato una eccezione. Perché speciale, perché testimone del superamento di confini. È ciò il senso della Sua lettera e che voleva dire agli amici austriaci, vero, Signor Presidente? Diamo, quindi, alla regione intorno al Brennero la chance di improvvisarsi, con l’obiettivo ben definito e a titolo di esperimento, una enclave europea all’interno di un Europa che, all’uopo, è latitante.

RingraziandoLa Le rivolgo un saluto di cuore.

Florian Kronbichler
deputato


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